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5G di Tim, Wind, 3 e Vodafone: ecco i rischi legati al consumo energetico

Negli ultimi tempi il tema 5G è molto discusso sui vari Blog e testate giornalistiche, esso insieme alle polemiche si porta dietro grandi passi in avanti in grado di rivoluzionare il mondo delle telecomunicazioni offrendo velocità di connessioni mai viste con latenze sempre più vicine allo zero.

Il 90% degli operatori è pronto all’approdo dello standard anche qui in Italia e durante le interviste tutti i massimi esponenti parlano dello stesso problema che si viene a creare affinché il 5G possa essere distribuito equamente su tutto il territorio. Si tratta proprio dei costi di mantenimento energetico del servizio. Infatti affinché le tecnologie 5G vengano realizzate dovranno essere istallate celle diverse dal quelle impiegate in passato per la realizzazione del 4G.

E non solo, oltre alla differenza (quasi ovvia) del tipo di cella utilizzata, sarà diverso anche il modo in cui saranno distribuite nelle varie zone d’interesse, infatti verrà impiega una strategia che punterà a installare celle di dimensioni più piccole in maggiore quantità, diffuse capilarmente.

Questo per poter sostenere i 28 miliardi di dispositivi connessi, stimati entro il 2022. I dati preoccupanti emergono per il quantitativo di energia elettrica impiegata per alimentare il tutto, gli studiosi prevedono che i consumi possano aumentare fino al 170% con un conseguente aumento dei costi nei network entro il 2026.

Sembra abbastanza sconcertante ma alcuni ricercatori sono fiduciosi sia sull’ulteriore sviluppo delle energie rinnovabili, che allo sviluppo di tutto il mondo tecnologico che ruota intorno proprio ad esso e alle scienze delle telecomunicazioni, una piccola dimostrazione potrebbe essere la modalità “Sleep” delle nuove celle dello standard 5G che offre la possibilità di interrompere ogni tipo di trasmissione e funzionamento quando non è richiesta alcuna connessione da dispositivi.

 

Mentre si stima che entro il 2025 l’industria delle telecomunicazioni potrebbe utilizzare oltre il 20% dell’energia mondiale, gli esperti cominciano a ipotizzare soluzioni per rendere il 5G sostenibile e le compagnie telefoniche cercano in qualche modo di non farsi trovare impreparate.

La strategia scelta dalla maggior parte degli operatori telefoni è quella di sfruttare al meglio possibile la tecnologia di Edge Computing, ritenendola molto importante. Nell’Edge Computing, i dati sono elaborati dal dispositivo stesso o da un computer, invece di essere trasmessi al Data Center. Questo permette di accelerare i flussi di dati, implica una latenza minore, processi di trasmissione meno complessi e sostanzialmente un consumo di energia elettrica ridotto.

I consumi spropositati riguardano anche gli smartphone , già l’anno scorso il CEO di Huawei, Eric Xu ha affermato che un chip dedicato alla tecnologia 5G consuma circa 2,5 volte in più rispetto ad un chip per il vecchio 4G. Così anche i produttori di smartphone di tutto il mondo son seduti al tavolo alla ricerca di compromessi migliori per ridurre al minimo l’impatto dell’avvento di questo così discusso standard sui propri telefoni.

A questo punto, considerando anche i problemi causati dai campi elettromagnetici prodotti dalle tecnologie dedicate al 5G, viene da chiedersi se fosse il momento giusto per affrontare questo tipo di cambiamento o forse avremmo dovuto aspettare un’altro pò, facendoci trovare più preparati.

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Pubblicato da
D'Orazi Dario