Negli scorsi giorni il colosso americano Apple ha ricevuto una sanzione da parte dell’Antitrust francese di ben 25 milioni di euro. Si tratta di una delle multe più alte mai comminate dall’ente parigino.
La multa è arrivata in seguito all’apertura nel 2017 di un’accusa da parte delle autorità francesi verso un comportamento del colosso di Cupertino. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Apple ha ricevuto una multa dall’Antitrust francese di ben 25 milioni di euro
Nel 2017 le autorità francesi hanno accusato di “obsolescenza programmata” di alcuni iPhone il colosso di Cupertino. A ben due anni di distanza l’antitrust transalpino, denominato Direction générale de la Concurrence, de la Consommation et de la Répression des fraudes ha riconosciuto la fondatezza degli addebiti e ha di conseguenza inflitto all’azienda una sanzione di 25 milioni di euro.
Come detto anche precedentemente, si tratta di una delle multe più salate che l’antitrust francese abbia mai comminato e che costituisce comunque una cifra irrisoria rispetto alle entrate della compagnia, che solamente nell’ultimo trimestre ha sfiorato i 92 miliardi di dollari. Successivamente al responso dell’Antitrust l’azienda ha accettato di pagare la sanzione e ora dovrà quindi pubblicare un apposito comunicato stampa che resti visibile online per almeno un mese.
L’Antitrust ha definito la condotta di Apple “pratica commerciale ingannevole per omissione”, in occasione del rilascio di iOS 10.2.1 e iOS 11.2, quando migliaia di utenti avevano improvvisamente riscontrato un anomalo rallentamento delle prestazioni dei propri dispositivi a seguito dell’installazione del nuovo aggiornamento. L’azienda alle critiche aveva risposto ammettendo la volontaria limitazione di alcune funzionalità, anche se per loro l’unico scopo era quello di “allungare la vita dei dispositivi”. Nella sentenza tuttavia si legge: “i proprietari non erano stati informati che gli aggiornamenti del sistema operativo iOS che stavano installando avrebbero potuto causare un rallentamento del funzionamento dei loro dispositivi”.