Oggigiorno siamo continuamente esposti a campi elettromagnetici. Ovunque andiamo e qualsiasi cosa facciamo. Smartphone, reti di nuova generazione, reti WiFi, forni a microonde, radiosveglie, PC portatili, ognuno di questi dispositivi è fonte di onde elettromagnetiche. Il rapido avanzamento tecnologico ha portato alla creazione di strumenti sempre più complessi, oramai divenuti indispensabili nelle nostre vite.
Nonostante l’innovazione abbia fatto passi da gigante, resta irrisolto il problema legato all’esposizione a campi elettromagnetici non ionizzati prodotti da sorgenti artificiali (esistono anche campi elettromagnetici generati da sorgenti naturali). Per definire questa continua esposizione a campi elettromagnetici è stato coniato il termine “Elettrosmog”.
Gli studiosi ancora sono del tutto concordi riguardo agli effetti di quest’esposizione per la salute dell’uomo, mentre è ancora troppo presto per verificare i possibili effetti nel lungo termine. Nel 2011 la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha inserito i campi elettromagnetici non ionizzanti nella lista degli agenti cancerogeni di gruppo 2B. In questa lista sono inseriti quegli elementi , come piombo e cloroformio, che possono avere un effetto cancerogeno per il corpo umano.
Vista l’importanza del tema trattato la SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale, ha pubblicato un breve decalogo con i 10 consigli da attuare dei piccoli accorgimenti per proteggersi da queste onde. Il principio base su cui si basano questi consigli è molto semplice: aumentare la distanza fisica tra il nostro corpo e i dispositivi utilizzati e diminuire la durata dell’esposizione per ridurre la potenza (Watt) e la frequenza (Hertz).
Quali sono questi consigli?
- Non restare a lungo affianco a un forno a microonde attivo;
- non collocare i babyphone vicino al letto del bambino, ma a una certa distanza, programmando il dispositivo del bambino sull’impostazione ‘attivazione vocale’;
- utilizzare le apparecchiature elettroniche ed elettriche mantenendo la massima distanza tra esse e il nostro corpo;
- non dormire con dispositivi elettronici di fianco al proprio letto (smarthpone, specialmente se in carica, radiosveglie); spegnere i dispositivi elettrici ed elettronici non utilizzati;
- non incentivare l’utilizzo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche nei bambini (compresi gli smartphone);
- preferire l’utilizzo dei telefoni cellulari in condizioni di alta copertura di reti e segnale (un segnale debole, o una copertura di rete scarsa, portano lo smartphone a una maggiore produzione di onde elettromagnetiche);
- per chiamate di lunga durata utilizzare viva – voce o auricolari;
- scegliere smartphone di ultima generazione (prestando sempre attenzione alle certificazioni);
- evitare l’uso dei dispositivi con scheda WIFI in auto o treno;
- installare antenne WiFi o Bluetooth negli ambienti della casa meno frequentati.
L’ultimo punto citato è tra i più importanti per chi vuole riorganizzare il proprio ambiente domestico o lavorativo in maniera tale da ridurre l’Elettrosmog. Tali luoghi dovrebbero essere strutturati in maniera tale da rendere minima l’esposizione ai campi elettromagnetici, evitando, ad esempio, di interrompere il segnale WiFi.
Applicare questi semplici ma importanti consigli, può realmente cambiare la nostra quotidianità in meglio. Prevenire è meglio che curare!