Un tempo venivano utilizzate allo scopo per cui erano nate, ovvero chiamare alle cabine telefoniche inserendo la scheda magnetica per validare il credito residuo. Ma fu la stessa Telecom a pensare che quei supporti così rudimentali potessero veicolare dei messaggi in testo o immagini, e da quel momento le schede telefoniche divennero da oggetto utile a materiale per collezionisti.
Schede telefoniche TIM: quelle rare valgono fino a 10mila euro
Alcune serie di schede telefoniche caddero nell’oblio diventando pezzi rarissimi, e i collezionisti nel 2020 sono attratti da quelle a tiratura limitata che riportino un particolare disegno o slogan. Per esempio, le prime schede illustrate furono prodotte dalla Technicard System e raffiguravano le bellezze culturali di ogni regione d’Italia.
Sono quattro le tipologie in cui le carte telefoniche rare vengono oggi classificate:
- schede telefoniche Telecom ordinarie con la pubblicità dei servizi della compagnia;
- pubblicitarie, commissionate da aziende esterne a scopo commerciale;
- tematiche, dedicate a temi specifici (artistici e culturali, normalmente);
- speciali, emesse in occasione d’eventi speciali e dalla tiratura limitata.
Per avere valore la scheda non deve essere rovinata, smagnetizzata, e il suo valore aumenta se reca ancora il talloncino sull’angolo che ne certifica il non uso. Esistono schede telefoniche che possono sfiorare i 10.000 euro, soprattutto se provenienti da collezioni di dimenticate prodotte:
- Dalla SIDA tra il 1977 e il 1981, le schede Urmet bianche e rosse in cartone resistente (1985-88), le schede omaggio realizzate da alcune aziende come Alitalia, Intel o Lufthansa, le schede della serie “Labirinto” e quelle che riportano opere d’arte.