La privacy degli utenti è tornata da qualche anno al centro del dibattito sulle nuove tecnologie. Non ci si può esimere dal considerare, infatti, quanto l’approccio al web e ai social sia cambiato nell’ultimo decennio, e quanto determinate circostanze abbiano perfino portato gli utenti a nutrire molti dubbi sulla sicurezza delle proprie comunicazioni.
Basterebbe pensare allo scandalo Cambridge Analytica per farsi un’idea delle proporzioni che una mala gestione dei dati potrebbe portare: questa società privata avrebbe infatti utilizzato le informazioni personali degli iscritti per avviare una profilazione dell’utenza. A che scopo? Quello di targettizzare meglio i post sponsorizzati, facendoli comparire sulla bacheca degli iscritti individuati come terreno fertile di voti, per dirigere alcune tornate elettorali. E neanche di poco conto, visto che si parla delle Presidenziali americane e del referendum consultivo sulla Brexit.
Eppure anche la sicurezza dei singoli utenti potrebbe venir meno in determinate circostanze, soprattutto laddove un hacker riuscisse a penetrare la falla 4G nei protocolli di paging e prendere il controllo del terminale
– che spesso corrisponde proprio allo smartphone della vittima. Ma esiste una soluzione.In commercio sono distribuiti dei modelli di smartphone criptati, che funzionano in coppia di dispositivi. Questa è l’unica limitazione nell’utilizzo: criptano le conversazioni soltanto per i due elementi della coppia.
Per il resto, sono dispositivi pensati appositamente per chi non voglia essere intercettato o spiato in qualsiasi modo nell’avere i contatti con una seconda persona. Potrebbe essere un collega, o un corrispondente lavorativo, scegliendo questo strumento per evitare fughe di informazioni che agevolerebbero i competitor.
Hanno funzionalità di normali smartphone per le restanti funzioni, e gli standard di sicurezza nella criptazione sono rispettati grazie all’utilizzo degli algoritmi AES256 – Two Fish 256.