L’uomo più ricco del mondo e anche fondatore e CEO della piattaforma di e-commerce Amazon, Jeff Bezos ha deciso di moltiplicare il proprio impegno di beneficenza per l’energia rinnovabile e la protezione dell’ambiente.

L’uomo ha recentemente annunciato che donerà altri 10 miliardi di dollari per combattere l’effetto serra. La donazione servirà a sostenere quella che ha definito come “la più grande minaccia odierna”. I fondi in questione daranno vita al Bezos Earth Fund, fondo di Bezos per la Terra. Scopriamo insieme tutti gli altri dettagli.

 

Jeff Bezos di Amazon dona altri 10 miliardi di dollari per combattere l’effetto serra

La decisione del magnate di Seattle è rimbalzata sulla piattaforma Instagram. Ecco la sua dichiarazione: “Questa iniziativa globale finanzierà scienziati, attivisti, organizzazioni non governative e ogni sforzo che offra una reale possibilità di aiutare a preservare e proteggere il mondo naturale. Voglio lavorare con altri sia per amplificare i modi conosciuti che per esplorare nuove modalità nella lotta contro l’impatto devastante del cambiamento climatico su questo pianeta“.

L’assegnazione di questi fondi avrà luogo sotto forma di “grants”, ovvero di premi, a cominciare dalla prossima estate. Si tratterà di elargizioni ad istituti e ricercatori già in attività e non di investimenti. Bezos si è anche fatto avanti con un appello collettivo: “Servirà l’azione di grandi e piccole aziende, di stati nazionali, di organizzazione globali e di individui“. Bezos intende anche proporsi come esempio da imitare: per lui, se i dieci miliardi promessi sono una frazione dell’8% della propria fortuna, si tratta comunque della maggiore iniziativa di beneficenza lanciata a livello personale.

Purtroppo però alcune critiche sono arrivate da parte dei propri dipendenti, l’Associazione Employees for Climate Justice ha ribattuto che l’azienda è in realtà complice nella crisi dell’effetto serra e che solamente i cambiamenti nel proprio modo di operare potranno avere efficacia. Non dimentichiamoci però che l’azienda ha intenzione di abbassare l’emissione di CO2 entro il 2030, ovvero 10 anni prima della data stilata nell’accordo di Parigi.

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