Il dibattito sulle nuove forme di alimentazione per le auto risulta particolarmente acceso da quando il motore elettrico si è iniziato a diffondere maggiormente che in passato.
Certamente questo tipo di energia ha i suoi notevoli vantaggi (come abbiamo spiegato, soprattutto superati i 150.000 km), come la mancanza di emissioni durante la marcia, i costi inferiori per il “pieno” e l’avanguardia nella struttura e nella dotazione di un’auto elettrica.
Al tempo stesso, presenta degli svantaggi dovuti alla – ancora – scarsa diffusione delle colonnine per la ricarica della batteria e i costi più elevati per l’acquisto. Questo induce gli utenti ad utilizzare e scegliere ancora i motori diesel e benzina rispetto agli elettrici nel comprare una nuova automobile, come anche nello sceglierne una usata.
Nonostante l’esempio di alcune nazioni virtuose in tal senso, come Germania, Olanda e soprattutto Norvegia, in Italia l’impiego delle auto elettriche è ancora estremamente limitato.
Tra l’altro, secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti,
nel 2019 il diesel ha arrestato la propria ascesa per attestarsi – per la prima volta dopo più di un decennio – in calo rispetto alle auto a benzina. Il diesel perde il 22,2% di nuove immatricolazioni a confronto con i dati dell’anno precedente, mentre le auto a benzina salgono di ben 9 punti percentuali, rappresentando attualmente il 48,5% dell’intero mercato.Il motivo? Probabilmente una certa diffidenza verso questo combustibile causata dallo scandalo dieselgate degli scorsi anni, che ha indotto moltissime case automobilistiche ad abbandonare la progettazione di auto diesel di nuova generazione.
A prescindere dunque dalle esigenze ambientali e anche dagli accordi internazionali (in particolare l’accordo di Parigi sul clima) per contenere le emissioni e contribuire a ridurre l’inquinamento da mezzi di trasporto, attualmente le scelte degli italiani sono ancora orientate verso i combustibili fossili. Solo 2 milioni le auto elettriche circolanti nel Bel Paese: non abbastanza ancora per dimostrare l’inizio di un vero cambio di rotta.