Con i ritmi frenetici che ha assunto la vita moderna, pensare di risultare per una giornata – o anche solo per poche ore – offline appare un’utopia. Al giorno d’oggi bisogna infatti spesso risultare reperibili in qualsiasi momento o quasi, e ad inasprire questa situazione è subentrato lo smartphone, che nel film “Perfetti sconosciuti” viene definito saggiamente come “la nostra scatola nera”.

Ma se essere inattivi virtualmente è divenuto impossibile, nella pratica, è necessario predisporre i dovuti accorgimenti per poter evitare di essere offline. Per questo e altri motivi è andata diffondendosi sempre più l’abitudine di lasciare lo smartphone in carica durante la notte.

Eppure una domanda sorgerebbe spontanea, una domanda apparentemente scontata ma che continua ad animare il dibattito tecnologico sul tema: quali rischi si corrono a far restare lo smartphone collegato alla presa di corrente tutto quel tempo?

Smartphone in carica di notte, ecco perché preoccuparsi della batteria è ormai anacronistico

Al momento una risposta a questa domanda esiste, e secondo la scienza corrisponderebbe a “non vi è alcun rischio”. Già da diversi anni, infatti, anche gli smartphone di fascia medio-bassa montano un chip di ricarica intelligente, che va ad arrestare il flusso di corrente una volta che la batteria ha raggiunto il 100% della carica. Questo consente di evitare un sovraccarico della batteria e ne previene l’usura precoce, ed è possibile grazie all’impiego di batterie al litio.

I comportamenti che invece potrebbero mettere a rischio la durata della batteria sarebbero invece l’esposizione a fonti di calore o lo stesso surriscaldamento indotto, ad esempio, dall’averlo lasciato collegato sotto un cuscino o le coperte.

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