L’epidemia causata dal covid-19 si sta espandendo a macchia d’olio a partire dai primi casi individuati fino a raggiungere tutte le persone entrate in contatto con quei primi casi.
L’emergenza per il coronavirus ha raggiunto negli ultimi giorni anche l’Italia, mettendo in allarme le strutture ospedaliere ricettive, i medici e la popolazione tutta, che si ritrova ad affrontare un’infezione del tutto nuova.
La gran quantità di scambi e di trasferimenti tra i vari Paesi, in particolare con la Cina, ha fatto sì che il virus potesse circolare anche al di fuori dei focolai principali, ridisegnando l’assetto di molti mercati. Le conseguenze, ad esempio, sono ravvisabili nei mercati soprattutto nei mercati dei trasporti: la mancanza di utenza a fruire dei mezzi pubblici o di quelli privati, perché bloccata in casa in quarantena o in via preventiva, ha fatto calare in maniera non indifferente il consumo di benzina. Ad una domanda inferiore è corrisposto anche un abbassamento dei prezzi, che dalla benzina si sono traslati poi sul costo del greggio.
I ribassi previsti non saranno neppure poco rilevanti, dal momento che rispetto ai costi fissati Eni di 1,472 euro/litro per il diesel e 1,580 euro/litro per la benzina si scenderà ancora di circa 0,5-0,7 cent al litro. Il calo della domanda di petrolio in Cina, attualmente, si attesterebbe infatti a circa il 20%. Cosa mai accaduta negli ultimi 10 anni: per ritrovare un fenomeno simile bisognerebbe risalire alla crisi finanziaria mondiale del 2008-2009.
Questa situazione ha portato l’Opec – Organizzazione dei Paesi esportatori di Petrolio – ad anticipare l’incontro fissato per il 5 e il 6 marzo a due settimane fa, nel weekend dell’8 e 9 febbraio, nell’ottica di fare il punto della situazione e prendere le eventuali (e necessarie) contromisure. Il tutto per arginare un crollo improvviso e inatteso nella quotazione del petrolio.