Quale sarà il destino della mobilità a quattro ruote?
E’ una domanda a cui gli esperti del settore tentano di rispondere da anni. Le più note e referenziate aziende al mondo stanno cercando di fornire scenari compatibili non solo con minori consumi, ma soprattutto con emissioni inferiori e minor impatto ambientale.
La sfida non è così semplice da fronteggiare come invece sembrerebbe. I costi di produzione per le auto di ultima generazione, che possano rispettare questi parametri, sono tuttora estremamente alti. E si riflettono, naturalmente, sul prezzo che gli utenti sono tenuti a pagare per poter acquistare veicoli così all’avanguardia.
Inoltre, prima di prefigurarsi scenari troppo futuristici, sarebbe bene conoscere le caratteristiche dei motori di cui disponiamo prevalentemente al momento. Secondo uno studio effettuato dall’Istituto di Monaco CES-Ifo (nonché dall’Adac, di cui abbiamo trattato più approfonditamente negli ultimi mesi) bisognerebbe scegliere se acquistare un’auto diesel o elettrica in base al numero di chilometri che si prevedono di percorrere con quella vettura.
Oltre a queste modalità, negli ultimi anni si sta lavorando ad una nuova forma di alimentazione, che potrebbe in futuro affermarsi come la privilegiata rispetto a diesel ed elettrico.
Si tratta dell’idrogeno.
L’idrogeno verrà utilizzato con tutta probabilità sui motori a combustione HiCEV ed anche in quelli elettrici di tipo FCEV in combinazione con l’ossigeno. La nuova modalità di alimentazione, però, solleva non pochi dubbi.
Benché risulti la strada maestra per abbattere le emissioni – dal momento che l’idrogeno è un elemento chimico abbondantemente presente sul nostro pianeta, e non comporterebbe inquinamento – la soluzione non è così semplice da adottare, per i tempi tecnici richiesti dalla costruzione di auto con questa tecnologia, nonché per i costi al momento poco accessibili che gli acquirenti andrebbero a sostenere. Inoltre, le postazioni di rifornimento sono ancora troppo esigue perché si possa pensare di sostenere una mobilità più massiccia.
Attualmente l’unica auto ad idrogeno che rispetta questi standard è la Toyota Mirai, e il suo costo si aggira sui 70.000 euro. Decisamente fuori portata per la maggior parte della popolazione, oltre che fuori portata in termini geografici: la messa in commercio, infatti, riguarda ancora pochi paesi dell’Europa.