Un team di scienziati dell’Università di Bristol e della Technical University of Denmark ha rivelato al mondo di aver effettuato per la prima volta il teletrasporto quantistico di un’informazione tra due chip non collegati fisicamente o elettronicamente. E gli scenari che possono aprirsi sono infiniti, dalla computazione quantistica alla robotica senziente.
La tecnica utilizzata è un concetto di uso comune nella fisica dei quanti scoperto in origine da Albert Einstein, poiché la prima volta che fu osservato il fenomeno dell’”entanglement” fu quando due particelle risultarono legate tra loro indipendentemente dalla distanza o dalla benché minima connessione. Quando l’osservatore registra un cambio nelle proprietà di una particella, anche l’altra cambierà all’istante.
Gli scienziati hanno generato una coppia di fotoni entangled sui chip e misurato solo uno di essi: il solo atto della misurazione ha cambiato lo stato del fotone, il quale ha innescato cambiamento istantaneo anche in quello presente nell’altro chip. I ricercatori hanno voluto sottolineare che nel loro studio si sono serviti di chip realizzati con silicio, in particolare di circuiti integrati ottici non collegati tra loro, riportando un tasso di successo del teletrasporto del qubit del 91% per funzioni diverse che saranno importanti per il futuro calcolo quantistico.
Come ha riferito Dan Llewellyn, co-autore dello studio:“siamo stati in grado di dimostrare un collegamento di alta qualità dell’entanglement tra due chip in laboratorio, nel quale i fotoni presenti in entrambi i chip condivisono un singolo stato quantico. La misurazione di uno dei fotoni attiva lo strano comportamento della fisica quantistica, che contemporaneamente fa collassare il collegamento dell’entanglement e trasferisce lo stato della particella ad un’altra particella già presente nel chip ricevente.”