Siamo in una fase di transizione importante. Da una parte gli operatori discutono tra loro per la chiusura del 3G. Gli utenti valutano l’acquisto di un nuovo smartphone in grado di offrire la connettività 5G. Nel bel mezzo della questione permane il 4G LTE, migliore compromesso tra costi, velocità e servizi.
La via di mezzo sembra essere la scelta giusta sia per gli operatori che per gli utenti or abituati al low-cost aggressivo di proposte in stile Iliad Giga 50 e simili. Ogni gestore si è premurato di scalare gli oneri mensili per gli utenti cambiando radicalmente scenario commerciale rispetto agli anni precedenti.
In tutto questo non è stato però menzionato una brutta novità
, portata alla luce a seguito degli studi degli analisti dell’Università dell’Iowa. In un recente rapporto hanno evidenziato una falla 4G che rischia di mandare in fumo la nostra vita digitale. Ogni segreto personale viene spiattellato in faccia ai “curiosoni del web”.
A causa di un bug concatenato è possibile scoprire tutto ciò che ci riguarda. Il principio è ToRPEDO, attacco informatico ai telefoni che garantisce lo spionaggio dei dati utente. Tutto ciò che viene condiviso o digitato online finisce in un database. Si inizia dall’intercettare il codice IMSI e si conclude il tutto con Piercer ed IMSI-Cracking. Con il primo si può bloccare la rete 4G impedendo l’accesso ad Internet per l’utente. Con il secondo, invece, si racimolano tutti i dettagli sulla connessione e le info per posizione GPS ma anche messaggi, chiamate (con registro in entrata ed in uscita), chat WhatsApp, credenziali e password per le app (Facebook, Twitter, home banking) e molto altro ancora.
In virtù di tutto questo gli utenti meditano il passaggio alla rete 5G, per la quale è stata garantita immunità d’attacco tramite un nuovo set di filtri e protezioni di livello militare alla connessione con l’antenna. Il segnale è criptato e non raggiungibile da malintenzionati.