A immaginarlo appena un paio di mesi fa non ci si sarebbe riusciti. Eppure è ciò che sta accadendo in questi giorni proprio sotto i nostri occhi: il SARS-COV2, o più semplicemente detto coronavirus, sta determinando importanti cambiamenti nei mercati globali, e anche su quello della benzina.
Molti automobilisti che in questi giorni si siano trovati a fare rifornimento hanno infatti sperimentato una riduzione dei prezzi, che riflette il calo subito dal prezzo del greggio a seguito dell’epidemia. Dalla prossima settimana sarà ancor più accentuato questo fenomeno.
Il decremento nei costi sarà dunque non solo dovuto alla volontà di Eni di far scendere il prezzo di un centesimo al litro sia per il diesel sia per la benzina, ma soprattutto dal crollo della domanda di carburante per la sospensione nella circolazione dei mezzi e nell’astensione dal recarsi presso il luogo lavorativo.
I ribassi previsti non saranno neppure poco rilevanti, dal momento che rispetto ai costi fissati Eni di 1,472 euro/litro per il diesel e 1,580 euro/litro per la benzina si scenderà ancora di circa 0,5-0,7 cent al litro. Il calo della domanda di petrolio, in particolare in Cina, si attesterebbe infatti a circa il 20%. Cosa mai accaduta negli ultimi 10 anni: per ritrovare un fenomeno simile bisognerebbe risalire alla crisi finanziaria mondiale del 2008-2009.
Questa situazione ha portato l’Opec – Organizzazione dei Paesi esportatori di Petrolio – a fissare nelle scorse settimane un meeting (che altrimenti si sarebbe volto in questo weekend) nell’ottica di fare il punto della situazione e prendere le eventuali (e necessarie) contromisure. Il tutto per arginare un crollo improvviso e inatteso nella quotazione del petrolio.