Nonostante il coronavirus abbia messo in ginocchio l’intero pianeta si lavora anche per salvarlo da altre problematiche come i cambiamenti climatici. Proprio in questi giorni alcuni scienziati e ricercatori hanno trovato il modo per smaltire la plastica sfruttando un bruco. Proprio nel 2017, è stato scoperto che i bachi della cera hanno la capacità di smaltire la plastica semplicemente mangiandola.
Il bruco in grado di mangiare la plastica è la larva della farfalla Galleria mellonella, ben nota a pescatori che la usano come esca, con il nome di camola del miele o tarma maggiore della cera. I ricercatori hanno scoperto che le tarme della cera sono dotate di microbi intestinali essenziali nel processo di biodegradazione della plastica. Il processo dipende da una sinergia tra i bruchi e i loro batteri intestinali per accelerare la degradazione del polietilene.
La scoperta dei bruchi che mangiano la plastica è avvenuta per caso, infatti, i ricercatori hanno notato che i sacchetti di plastica che contenevano le larve erano pieni di fori: il 13% della massa della plastica era stata ingerita dal bruco nel giro di 14 ore.
Grazie a questa scoperta si potrà avere l’agente che degrada la plastica estratto dalle larve. Logicamente non si potranno utilizzare quantità enormi di larve vive: anche perché sono dannose per le api, già in declino mondiale. Si lavora quindi per trovare il modo diricreare in laboratorio questo agente per poi utilizzarlo sulla plastica. Un bel passo in avanti visto che una singola bottiglia di plastica impiega circa 450 anni per biodegradarsi e questo processo emette gas che contribuiscono al cambiamento climatico.