Non c’è motivo per considerare l’idea di una alternativa WhatsApp che replichi essenzialmente il sistema di funzionamento dell’app voluta da Facebook. Ad ogni modo sono tantissimi gli utenti che si affidano ad alter ego simbiotici della medesima applicazione. Non si considerano i rischi, ora evidenziati da un team di esperti che ha descritto il resoconto in un allucinante rapporto.
WhatsApp: le versioni alternative non sono sicure, eppure collezionano milioni di installazioni
La famosa società Quartz ha posto in evidenza i pericoli cui tantissime persone si espongono volontariamente installando versioni modificate di WhatsApp. Non c’è verso di placare questa sorta di impellente necessità di cambiamento. Eppure le alternative migliori già esistono e non concorrono a minare la nostra sicurezza. La privacy viene mantenuta da alti livelli di protezione applicati ad algoritmi aggiornati. Lo stesso non si può dire per software del calibro di GBWhatsApp che ancora imperversano sul web.
App clonate e di terze parti manifestano l’essenza della versione originale ed arricchiscono l’esperienza d’uso con funzioni inedite. Aggirano alcune importanti limitazioni svincolandosi in tutto e per tutto dal regime di sicurezza imposto dallo sviluppatore di Menlo Park. Nei mercati africani GBWhatsApp riscuote parecchio successo ed integra funzionalità introvabili come ad esempio:
- ripristino messaggi eliminati
- invio file di dimensioni arbitrarie (oltre il limite per foto, video e documenti normalmente attivo)
- inoltro di video in altissima qualità (anche formato RAW)
- gestione di più account allo stesso tempo con unico numero di telefono
Soluzioni che vorremmo decisamente ritrovare nella versione ufficiale dell’app ma che in questo caso non sottostanno alle regole di sicurezza che al momento rendono a prova di intruso le chat ed i gruppi degli utenti. Bisogna fare attenzione, visto che lo stesso fenomeno si manifesta (seppure in misura minore) anche in Europa.