L’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica dedicata a Chernobyl nel corso degli ultimi mesi ha prodotto dei risultati impensabili. Merito sicuramente dell’approvazione ricevuta dalla serie omonima della HBO, andata in onda lo scorso anno. La trasposizione sul piccolo schermo ha infatti permesso al pubblico di figurarsi un quadro più preciso di quanto avvenuto, rispetto alle informazioni centellinate e controllate che si diffusero all’epoca dei fatti.
Una delle ossessioni del regime comunista a capo dell’URSS, all’indomani del disastro ucraino, fu proprio quella di insabbiare quanto più possibile gli effetti reali che l’esplosione del reattore causò alle città circostanti, al territorio intero e a gran parte dell’Europa orientale. Fin dalla prima puntata questo concetto è stressato ampiamente, e gli spettatori si ritrovano coinvolti emotivamente nello sgomento generale dinanzi al rifiuto perentorio (da parte delle autorità) di considerare la situazione per la sua reale gravità.
L’occhio di bue che Chernobyl si è ritrovato puntato addosso all’improvviso, dopo oltre 30 anni dalla tragedia, ha dunque stimolato enormemente il dibattito civile sulla questione. Tanto da indurre una delle massime autorità in ambito di cronistoria della sicurezza nazionale americana, il National Security Archive, a pubblicare documenti inediti sulla gestione del disastro da parte dell’allora governo sovietico.
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Ciò che emerge dalla lettura dei documenti ufficiali è davvero agghiacciante. Molte delibere dimostrano ancor più l’imperterrito tentativo di tenere il mondo all’oscuro di quello che all’epoca rappresentava un fallimento epocale, una macchia inestinguibile sulla reputazione estera del regime sovietico.
- Nei giorni immediatamente seguenti al disastro, il Politburo approvò una delibera che innalzasse i livelli tollerati di radiazioni a cui i cittadini potevano essere esposti. Questo per fronteggiare l’emergenza ospedaliera, che vedeva oltre 10.000 persone già recatesi per il ricovero: fra queste, quasi 350 presentavano chiari segni di malattia da radiazioni.
- A seguito dell’emissione di tale provvedimento, moltissime persone per legge non potevano più sostare in ospedale, perché risultavano essere state esposte a livelli di radiazioni ora accettabili. Tra questi, purtroppo, moltissime donne in gravidanza e bambini, che svilupparono in seguito le patologie da esposizione.
- Per celare la gravità dell’esposizione, si resero disponibili al commercio carni e latte contaminato. Si parla di circa 47.500 tonnellate di carne e 2 milioni di tonnellate di latte contaminati.
- Sempre nell’ottica di evitare che trapelassero informazioni dall’interno, si dispose di “localizzare e identificare” gli studenti stranieri presenti nel territorio URSS, al fine di monitorare la loro percezione dei fatti e gestire l’eventuale panico venutosi a creare tra di loro.
- Nonostante la gravità dell’avvenimento fosse già nota un’ora dopo l’esplosione, il primo rapporto inviato al Politburo riportava che non fosse necessario adottare misure d’emergenza, tra cui l’evacuazione della popolazione dall’area dell’incidente.