Ma cosa succederebbe se un asteroide di questa misura dovesse impattare la Terra? In un articolo scientifico dedicato alla scoperta, la NASA ha stimato che gli effetti sarebbero davvero disastrosi. Giusto per fare un paragone, l’asteroide Chicxulub che cadde nel Golfo del Messico circa 66 milioni di anni fa aveva un diametro di 14 chilometri. Quella volta dal mare si alzò in uno tsunami alto 1.500 metri che travolse tutto, mentre l’onda d’urto infuocata propagatasi a terra cancellò ogni forma di vita per migliaia di km. Come raccontano i fossili, i dinosauri furono spazzati via.
Asteroide verso la Terra: se ci fosse l’impatto sarebbe la fine
Catastrofi possibili a parte, ricapitolando, la traiettoria dell’asteroide 52768 da qui ai prossimi cento anni non dovrebbe creare problemi, ma la NASA continua sempre a monitorarlo insieme a tutti gli oggetti che ciclicamente si avvicinano alla Terra a una distanza inferiore ai 7,5 milioni di Km. L’asteroide transiterà a circa 6 milioni e 290 mila Km viaggiando a oltre 31.320 Km/h.
Il nome “OR2 1998” deriva proprio dall’anno della sua scoperta all’interno del programma NEAT (Near-Earth Asteroid Tracking) guidato dal Jet Propulsion Laboratory della NASA. Secondo le osservazioni dell’epoca si tratta di un asteroide di classe “Apollo” relativamente raro perché fra i più luminosi conosciuti (si parla di luminosità riflessa della luce solare, a differenza di una stella che vive di luce propria). Come diametro è fra i più grandi, e nella speciale classifica si posiziona dietro al campione 3122 Florence (1981 ET3) con i suoi 9 chilometri.