Il social network Facebook è stato recentemente accusato da alcuni dipendenti esterni, di essere obbligati ad andare in ufficio, anche durante questa pandemia mondiale a causa del nuovo coronavirus.

L’azienda permette agli impiegati di lavorare da casa per evitare il contagio, ma alcune mansioni richiedono la presenza in ufficio dei collaboratori, nonostante il telelavoro sia tecnicamente praticabile. Ecco i dettagli.

 

Facebook accusato di obbligare i dipendenti ad andare in ufficio

Da qualche giorno ormai quasi tutte le più importanti aziende mondiali, hanno prima consigliato, poi obbligato i propri dipendenti a lavorare da casa, per evitare il più possibile qualsiasi contagio da coronavirus. Tra queste aziende non manca il colosso Facebook, che ha messo a disposizione il telelavoro a moltissimi suoi impiegati diretti.

Le cose però sembrerebbero non siano andate nello stesso modo per la grande mole di lavoratori che lavorano per Facebook ma non sono direttamente alle dipendenze dell’azienda. Alcuni di questi, assunti da agenzie terze ed assegnati alla piattaforma, sembrano costretti a recarsi sul posto di lavoro senza tutele contro la pandemia. A riferire la notizia è stata la testata The Intercept, riportando le lamentele dei lavoratori in questione.

Secondo queste testimonianze, Accenture e WiPro, permettono ai dipendenti assegnati a Facebook di rimanere a casa solamente se manifestano sintomi influenzali, come tutte le altre imprese, grandi o piccole che siano, di tutto il mondo. Questo per evitare un rischio inutile per tutti i collaboratori. La piattaforma ha anche ammesso che in alcuni casi questo è vero, e che “per sicurezza, privacy e ragioni legali”, le persone assegnate a determinati lavori devono farlo all’interno degli uffici.

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