Le auto elettriche stanno prendendo sempre più piede nel mondo moderno, infatti molti produttori stanno arricchendo i propri cataloghi con dei modelli elettrici.
Punto fondamentale di questa politica basata sull’elettrico sono le batterie, le quali assolvono al compito di alimentare le nostre 4 ruote durante gli spostamenti.
Ovviamente per poter fare il pieno di elettroni, vi sono delle colonnine apposite di ricarica, le quali forniscono una carica rapida, necessaria per evitare lunghe soste , per poi quindi procedere rapidamente lungo il tragitto.
Secondo un gruppo di ricercatori dell’Università della California però, la ricarica rapida nuoce alla batteria, causando stress termici che possono a lungo andare nuocere alla vita della batteria fino a romperla.
Che la ricarica rapida nuocesse alla batteria non è una novità, non a caso le auto moderne possiedono un sistema di raffreddamento apposito, che le protegge dal calore generato dalla corrente continua delle basette di ricarica rapida.
La soluzione trovata dai ricercatori
Le batterie presenti nelle auto elettriche, durante la loro ricarica, possiedono una resistenza interna elettrica che varia in virtù di determinate variabili: calore, età della batteria e valore di carica.
Al variare della resistenza, varia ovviamente il calore generato, a parità di voltaggio e intensità di corrente che passa.
Così i ricercatori, facendo dei test su delle celle cilindriche Panasonic, hanno elaborato un nuovo algoritmo di ricarica basato proprio sulla resistenza interna.
Questo algoritmo si traduce in un sistema adattivo che varia la velocità di ricarica in virtù appunto della resistenza interna, ottimizzando quindi la carica e riducendo gli effetti negativi sulla batteria.
Questa nuova ricerca ha prodotto dei risultati davvero interessanti, infatti testando gli stessi modelli di batteria, A e B, di cui A ricaricato con la carica rapida standard e B caricato con la nuova carica adattiva, è emerso che dopo 40 cicli A aveva perso circa il 40% della sua efficienza, mentre B solo il 20%.
La situazione diventa ancora più radicale dopo 60 cicli, in cui A iniziava a mostrare danni strutturali causati dal calore, i quali portavano quindi a rischi legati alla sicurezza.
I ricercatori hanno chiesto un brevetto per questa nuova tecnologia, la quale indubbiamente potrebbe rivoluzione il mondo delle batterie ad ogni livello, da sempre nota dolente della tecnologia moderna.