Uno strumento di prevenzione, una protezione di cui abbiamo immensamente bisogno. Il Codacons denuncia che ben 500 mila mascherine FFP3 sarebbero pronte ogni giorno a partire dalla Cina per aiutare l’Italia ma sono ferme alla dogana per imprecisati motivi. Gli effetti, oltre all’evidente necessità di averle quelle mascherine, è che i pochi prodotti che sono disponibili nel nostro paese hanno raggiunto cifre astronomiche.
Come atto dovuto, il Codacons non ha fatto altro che accogliere la richiesta di aiuto di alcuni importatori presentando una diffida all’Agenzia delle Dogane, e una istanza a Procura, Corte dei Conti e al Commissario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri.
Coronavirus: milioni di mascherine bloccate alla dogana
L’immobilismo ( o isolamento) dell’Italia sta tenendo ferme in giacenza milioni di mascherine, in base ai dati emersi dalle testimonianze fornite al Codacons dalle ditte di import-export.
Nell’area di Guangdong, Shangai e Henan sono prodotte ogni giorno mascherine che vengono poi esportate in molti paesi UE che ne hanno estremo bisogno, ma non in Italia. Ma cosa succede in pratica? In soldoni gli aerei cargo possono arrivare con la merce negli scali italiani ma se l’equipaggio scende dal velivolo devono rimanere 14 giorni bloccati a terra in quarantena. Dall’altro lato i trasportatori italiani vengono bloccati alla dogana senza poter prendere dei prodotti sottoposti già a varie certificazioni.
Quanto scritto al Commissario straordinario Arcuri e all’Agenzia delle Dogane chiede semplicemente lo sdoganamento dei materiali sanitari importati, agevolando sia lo scarico dei cargo che il trasporto alle destinazioni dove c’è maggior richiesta. Il Codacons indica anche la lista degli importatori che sono pronti a far arrivare le mascherine nelle farmacie a patto che la Guardia di Finanza eviti che i prodotti finiscano preda degli speculatori.