dipendenza da smartphone

Per qualche periodo era diventato un argomento di attualità, ma poi presto la dipendenza da smartphone non ha più attirato l’agenda della notizie e si è persa nel dimenticatoio. Ma il problema c’è e resta attuale per chi ne è direttamente interessato, soprattutto in un contesto in cui l’uso degli smartphone è ormai diventato continuo ed eccessivo.

Più di 10 anni fa il mondo accademico anglosassone coniò il termine “nomofobia” per descrivere uno degli aspetti della dipendenza, ovvero la paura di restare disconnessi dal mondo. Un altro nome più adatto ai titoli di testa è FOMO, acronimo di Fear Of Missing Out, che riassume la nomofobia in una più sbrigativa paura di “essere tagliati fuori”.

La costituzione di questo disagio si costruisce a partire dal continuo martellamento di notifiche che lo smartphone ci invia dai diversi social network e dalle app di gaming. Notifiche che richiedono attenzione esclusiva spingendo l’utente alla verifica e all’interazione ossessiva. Questo controllo alacre dell’ultima novità fa sì che gli utenti siano sempre connessi col mondo digitale piuttosto che al contesto reale nell’arco delle 24 ore.

 

Dipendenza da smartphone: ecco cosa provoca e come combatterla

Su questo disagio è molto attivo l’istituto americano Pew Research Center, e se state pensando che allora tutti noi siamo dipendenti dallo smartphone potreste avere ragione, ma è nel momento di crisi che si vede chi è veramente affetto da nomofobia. In generale la dipendenza è suddivisibile in diversi livelli che vanno dal semplice comportamento evitante a dei veri ricorsi a trattamenti medico-specialistici.

La dipendenza da smartphone presenta alcuni di questi sintomi:

  • Distrarsi o perdere d’interesse nelle conversazioni con le persone;
  • Tendenza al controllo ossessivo delle notifiche, delle mail o dei social network;
  • Tendenza a sentirsi tagliati fuori dalle ultime news;
  • Presentare atteggiamenti ossessivo-compulsivi;
  • Manifestare malessere quando lo smartphone è scarico o non c’è campo;
  • Avere lunghe sessioni con lo smartphone prima di dormire;
  • Controllare le notifiche appena svegli.

Tutti questi comportamenti sono spesso associati a dei sintomi fisici, laddove sono spesso presenti disturbi del sonno, isolamento, ansia, stress, depressione e solitudine. Ciò che preoccupa è questi sintomi depressivi colpiscono soprattutto le fasce più giovani, e prima che sia troppo tardi meglio valutare dei metodi fai da te per rinsavire.

Vi citiamo l’applicazione chiamata App Usage per scoprire come e quanto usiamo lo smartphone e magari farci un esamino di coscienza, o praticare la disattivazione delle notifiche.

Nei casi più gravi potete rivolgervi a degli specialisti, laddove a Roma al Policlinico Gemelli esiste un’unità anti crisi che cura le dipendenze da smartphone, internet e dai multigiocatore di massa online.

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