Dopo alcune incertezze sulla materia privacy e alcuni buontemponi che sul web hanno bollato la notizia come bufala, il Governo sta pensando seriamente alla possibilità di usare un’app sullo smartphone che possa tracciare i movimenti delle persone positive al coronavirus e con chi hanno avuto contatti nel periodo d’incubazione. Ovviamente non è ancora scaricabile dagli store digitali, ma si sa che all’applicazione stanno lavorando medici, avvocati esperti in GDPR e alcune software house.
L’intento è sviluppare una tecnologia che possa, guidata dalle mani sapienti delle istituzioni, arginare la pandemia permettendo il tracciamento sul territorio degli Italiani. L’app sfrutterebbe i dati georeferenziati per individuare movimenti e interazioni delle persone che hanno sviluppato i sintomi e prevenire che in una zona c’è un focolaio.
Come spiega all’ANSA Luca Foresti, fisico e amministratore delegato dei poliambulatori specialistici Centro Medico Santagostino:”le persone che scaricano e installano l’app sul cellulare diventano un nodo di raccolta di dati georeferenziata che aiuta tutti ma aiuta anche il singolo individuo ad avere informazioni puntuali su se stesso. Più persone ce l’avranno più l’app avrà un ruolo pubblico che farà capire tante cose”
.Il nodo fondamentale è la protezione della privacy, ma Foresti ha spiegato che tale è tutelata perché l’app sullo smartphone funziona solo da punto di contatto con le persone contagiate o che devono mettersi in quarantena per evitarlo. Non verranno rivelati dati personali, ma i test impiegheranno qualche giorno per mettere a punto quest’app.
Tuttavia, vista la situazione che peggiora di giorno in giorno in Italia, non basta avere a disposizione i migliori esperti di ogni settore per creare l’app, c’è bisogno di rilasciarla presto.