A poche ore dal nuovo appello di Conte agli italiani a rispettare le norme impostate per la quarantena, si torna a parlare di manovre economiche ed in particolare del decreto Cura-Italia. Una manovra da 25 miliardi che consentirà di mobilitarne ben 350, successivamente, per riuscire a sostenere la nazione in questo momento così delicato e anche nel post-epidemia.
Tra le misure adottate a sostegno dei cittadini, vi è la sospensione temporanea del pagamento del Canone RAI. Sono anni ormai che si sente parlare di abolizione dell’imposta, ma i governi non vi hanno mai dato seguito perché il miliardo di euro che giunge nelle casse dello Stato grazie a questa tassa può essere reinvestito efficacemente in altri settori.
Peraltro, utilizzare i soldi derivanti dall’abbassamento dello spread, come detto in passato, sarebbe stato complesso per via della naturale oscillazione di quest’indice, e ora più che mai ci rendiamo conto di quanto sia stato per certi versi salvifico avere quel budget in entrata.
Per venire incontro al difficile momento economico che gli italiani stanno affrontando, con la chiusura della maggior parte dei negozi e l’interruzione delle filiere produttive di beni non essenziali, si è ritenuto adeguato non gravare sulle famiglie con spese riguardanti l’informazione e il servizio pubblico, come nel caso della RAI.
Sono 40 i milioni stanziati per far sì che non vi fossero debiti con la RAI, che altrimenti avrebbe visto diminuire i normali introiti necessari a proseguire il proprio servizio. Ad addizionarsi, sarà un contributo cospicuo – si parla di 80 milioni – in favore delle emittenti locali, realtà meritevoli di tutela e attenzione, che in questi giorni di gran trambusto si stanno mobilitando per informare i cittadini e gestire l’eventuale panico con informazioni corrette e precise. Il sostegno a loro favore risulta anche obbligato dal calo netto degli ordinativi pubblicitari in queste settimane così complicate.