Se ne parla da giorni e ora per combattere l’epidemia da Covid-19 si sta studiando un’app per tracciare degli spostamenti degli Italiani che sono risultati infetti o esposti al virus. All’inizio fecero discutere le misure prese dalla Cina e Corea del Sud per arginare la crisi sanitaria, ma ora il Governo Conte sta valutando alcuni progetti in materia.
Mentre gli operatori telefonici TIM, WindTre e Vodafone si sono dimostrati aperti a collaborare con i loro dati sulle celle, diverse istituzioni italiane ancora sono restie a modificare il nostro ordinamento legislativo sulla tutela della privacy. Sebbene siamo in emergenza straordinaria, ci vuole più di una semplice consultazione politica per permettere che un’app controlli i movimenti di tutti gli Italiani invadendo la loro sfera privata.
Se quello allo studio è un sistema per ricostruire tutti i movimenti e i modi con cui il Coronavirus ha infettato gli Italiani, da lì in avanti potrebbero essere facilmente controllate tutte le persone che mettono il naso fuori da casa. Due dei primi sostenitori dell’app che traccia gli spostamenti sono stati i governatori di Lombardia e Veneto, preoccupati della mancata inversione di tendenza nel numero crescente di malati nelle loro regioni.
C’è scetticismo da parte dello stesso Garante della Privacy Antonello Soro,
il quale ritiene ha commentato:”mi sfugge l’utilità di una sorveglianza generalizzata alla quale non dovesse conseguire sia una gestione efficiente e trasparente di una mole così estesa di dati, sia un conseguente test diagnostico altrettanto generalizzato e sincronizzato“.Il premier Conte non ha ancora sciolto le sue riserve, mentre al Ministero dell’Innovazione guidato da Paola Pisano sono già giunti diversi progetti per il tracciamento degli smartphone. Uno di questi appartiene a Luca Foresti, fisico e AD della rete di poliambulatori specialistici Centro medico Santagostino. In merito al funzionamento della sua app, Foresti ha dichiarato:”le persone che scaricano e installano l’app sul cellulare diventano un nodo di raccolta di dati georeferenziata che aiuta tutti ma aiuta anche il singolo individuo ad avere informazioni puntuali su se stesso. Più persone ce l’avranno più l’app avrà un ruolo pubblico che farà capire tante cose”.
Il nodo fondamentale è la protezione della privacy, ma Foresti ha spiegato che tale è tutelata perché l’app sullo smartphone funziona solo da punto di contatto con le persone contagiate o che devono mettersi in quarantena per evitarlo. Non verranno rivelati dati personali, ma i test impiegheranno qualche giorno per mettere a punto quest’app.