In molti, in questi giorni di marzo in cui l’emergenza si fa sempre più seria, si domandano se la rete di Energia Elettrica Nazionale reggerà. In effetti è lecito porsi la domanda. La quarantena forzata e le restrizioni imposte dal Governo stanno tenendo, e terranno fino a data da destinarsi, milioni di cittadini nelle proprie case 24 ore su 24, con la conseguente impennata di richiesta di corrente. Egoisticamente verrebbe subito da pensare alla propria abitazione al buio, senza tv e soprattutto senza internet.
Se invece allarghiamo il discorso, la domanda da lecita si fa d’obbligo; come faranno le strutture sanitarie? Soprattutto le terapie intensive degli ospedali che, come ormai tutti ben sappiamo, sono di vitale importanza per i malati più gravi affetti da COVID19. A queste domande ha risposto il numero uno di Enel, Francesco Starace, rispondendo a un’intervista al Corriere della Sera.
Nell’intervista rilasciata dal numero uno di Enel si evince l’organizzazione capillare intrapresa dall’azienda. Soprattutto l’anticipo con cui si sono mossi per non ritrovarsi nel bel mezzo di una crisi da fabbisogno energetico. L’Amministratore Delegato di Enel spiega
che le loro mosse organizzative sono cominciate non appena è stata delineata la prima zona rossa, capendo immediatamente che poteva diventare un problema Nazionale. La strategia Enel sta nella messa a punto di 20 centrali strategiche e sale di controllo dislocate su tutto il territorio nazionale e interscambiabili tra loro. Questo significa che se una regione evidenzia criticità si potrà intervenire da un’altra regione. Inoltre sono previste delle task force dedicate costantemente al controllo ed eventualmente all’intervento.Infine ha sottolineato come lo stop a molte fabbriche, imposto dal DPCM del 23 marzo, abbia abbassato notevolmente i consumi industriali che ora possono coprire i fabbisogni domestici. Gli Italiani possono stare tranquilli insomma, del resto se l’unica nota positiva di questa pandemia è aver azzerato lo smog, riportato i delfini nel porto di Cagliari, mostrato dopo 50 anni i fondali dei canali di Venezia e fatto riapparire le lepri nei parchi di Milano si potrebbe anche, perché no, tornare a cenare a lume di candela e parlarsi in un’affascinante penombra.