Il buon nome di Tesla è stato esposto da un gruppo di ricercatori che hanno hackerato facilmente l’Autopilot dimostrando che i sistemi di guida autonoma che un giorno controlleranno tutte le auto in circolazione devono ancora essere migliorati.
Infatti è stato dimostrato che la manomissione ha messo in pericolo gli automobilisti che si affidano a soluzioni di guida assistita come quella proposta da Elon Musk. L’inganno ha funzionato senza problemi su Tesla Model X e Model S prodotte prima del 2019, grazie a un cartello che limita la velocità manomesso per farle sfrecciare a più di 130 km/h in strade dove il limite era di 50.
Tesla ormai monta sulle proprie vetture delle videocamere proprietarie e, sebbene non abbia risposto alle provocazioni della stampa, ha però sottolineato come il sistema di guida automatica non trasforma le sue auto in un veicolo automatico. La responsabilità della guida deve essere sempre del conducente, non equivocando che l’autopilota trasformi l’automobile in una vettura capace di guidarsi da sola.