Il 5G sta progressivamente prendendo piede e funziona ormai su molti smartphone e dispositivi. Le prime aziende a diffondere e sfruttare queste nuove reti sono state Tim e Vodafone, e lentamente anche le altre hanno deciso di aggregarsi al gruppo. Questa scelta ha comportato diverse spese: Tim e Vodafone hanno investito un capitale complessivo di 5 miliardi di euro. Se consideriamo invece la spesa globale di tutte le aziende, arriviamo a circa 6,5 miliardi di euro. Una spesa così ingente, comporta un impegno tale che possa in qualche modo colmare la perdita con un guadagno superiore ad essa. Questo potrebbe significare che alcune compagnie telefoniche ritoccheranno un po’ i prezzi delle proprie tariffe, o anche lo spegnimento delle antenne 3G. Per quale ragione?
Spegnimento delle antenne 3G, le ragioni e le previsioni future
Successivamente alla rete 3G, è arrivata la 4G LTE, una versione potenziata della prima. Già da tempo questa rete non è altro che un surrogato quando la 4G LTE non funziona bene. Questo significa che in un certo senso, la stessa cosa che il 3G ha fatto fino ad ora, sarà fatta dal 4G LTE nei confronti delle nuove reti 5G. In questo modo la rete 3G diventerà totalmente superflua e mantenerla attiva richiederà una spesa superiore rispetto al guadagno.
Oltre alla spesa inutile che mantenere la rete 3G attiva comporterebbe, bisogna considerare la soglia massima di radiazioni che per legge possono essere emanate dalle antenne in Italia. Se la rete 3G rimane si attiva contemporaneamente alla 5G, si rischia di superare la questo limite. Lo spegnimento del 3G è pertanto fondamentale affinché la copertura della rete 5G possa dare il suo massimo.