L’emergenza Coronavirus ormai sta attanagliando la nostra penisola da mesi, infatti la pandemia in corso proprio non vuole saperne di diminuire la morsa sul nostro paese.
L’attuale emergenza sta mettendo a dura prova il nostro sistema sanitario, che sta cercando in tutti i modi di salvaguardare la salute della popolazione, aiutato dal governo che cerca, tramite stringenti decreti, di contenere la diffusione del virus.
Un punto bollente della situazione è quello inerente le possibili cure farmacologiche da somministrare ai pazienti, in attesa dell’arrivo di un vaccino approvato ed immunizzante.
A destare l’attenzione di tutti è stato un recente video, pubblicato dal farmacista italiano Cristiano Aresu, che parla entusiasta degli effetti benefici ottenuti da un farmaco approvato ed utilizzato in Giappone, l’Avigan, nome commerciale dell’antivirale Favipiravir.
Il farmacista ha come obbiettivo il mostrare lo stato attuale del Giappone, che è tornato quasi alla normalità grazie all’impiego di questo farmaco antivirale, il quale, grazie ai suoi effetti terapeutici ha fatto tornare a respirare la nazione.
Ma di cosa si tratta precisamente ?
Avigan è un farmaco antivirale, con un ottimo tropismo per i virus a RNA+, in grado di bloccare la RNA Polimerasi RNA dipendente virale, ciò porta alla creazione di virioni non vitali e quindi non in grado di espletare alcuna funzione patogena.
Il farmaco è considerato un presidio di riserva a causa dei suoi effetti teratogeni, infatti era adoperato in caso di fallimento dei comuni antivirali nella cura di patologie influenzali.
Secondo quanto riportato da Repubblica, il direttore del Centro nazionale cinese per lo sviluppo della biotecnologia, Zhang Xinmin, ha dichiarato il farmaco come sicuro ed efficace nella cura dei malati di COVID-19, non a caso i pazienti trattati, sarebbero risultati negativi ai test diagnostici dopo quattro giorni dalla somministrazione.
Anche la Cina, tramite dei ricercatori dell’università di Shenzhen, ha condotto uno studio su questo farmaco, testandolo su un campione di 80 pazienti affetti da Coronavirus.
I ricercatori hanno registrato una diminuzione di 4 giorni nel tempo di scomparsa del virus, con un miglioramento dello status polmonare nel 91% dei casi.
I dati sembrano promettenti ma non sufficientemente a convincere l’Aifa, la quale in comunicato ha espresso i propri dubbi, sottolineando la limitatezza degli studi attualmente condotti, la cui ristrettezza dei campioni, non randomizzati per giunta, cosa a cui si aggiunge il fatto che si trattasse di casi di COVID-19 non troppo prepotente, non permette di dare una valutazione adeguata, ma solo un’idea generica, definita pre-proof.
Nonostante l’Aifa abbia sottolineato che sia prematuro parlare di cura, il Veneto si sente pronto a testare il farmaco, la regione ha infatti avanzato una richiesta di autorizzazione per poter procedere, richiesta portata avanti dal dal governatore Zaia, che reputa il Veneto pronto ai test.
Non rimane dunque che attendere l’evoluzione della situazione e gli sviluppi su tutti i fronti, sperando che la crisi globale si risolva presto e nel migliore dei modi.