Anche in tempo di quarantena, di emergenza e di solidarietà, e nonostante la perenne competizione tra banche per pubblicizzare conti correnti a costo zero, i costi aumentano di anno in anno. E spesso l’anomalia si spiega nel fatto che alcune associazioni dei consumatori rilevano degli aumenti che intervengono dopo la fine del periodo promozionale.
Conti correnti, i trucchi delle banche per aumentare i costi
Fidelizzarsi alle banche spesso non è un comportamento che viene premiato dagli istituti, che anzi prestano un occhio di riguardo solo ai nuovi clienti. Le offerte più allettanti sono infatti rivolte ai potenziali nuovi correntisti solo per farli entrare come clienti. Ai vecchi non rimane che controllare quanto costa il loro rapporto e decidere se cambiare.
Il costo di gestione dei conti correnti si può valutare sulle informative trimestrali c’è il campo Indicatore sintetico di costo il quale offre una panoramica totale di tutti le spese e le commissioni annuali al netto di altri eventi. Tutto dipende da come utilizziamo il conto, ovvero da che tipo di cliente siamo.
Per esempio se facciamo spesso operazioni a sportello forse ignoriamo che tali hanno un costo. La maggior parte delle volte gli aumenti riguardano il bancomat, il libretto degli assegni o la carta di credito, quindi meglio ridurre la vostra presenza fisica e optare per transazioni online.
Attenzione però che le associazioni hanno scoperto che non tutte le modifiche contrattuali sono legittime. Infatti, nel 2016 Banco Popolare e Deutsche Bank applicarono dei costi accessori con la scusa di aver partecipato al “Fondo nazionale di risoluzione” gestito da Bankitalia per aiutare le banche in difficoltà. Oppure, nel 2017 Intesa Sanpaolo ha applicato un rincaro a circa il 30% dei correntisti più fedeli spiegando che la misura era necessaria per far fronte ai tassi d’interesse di mercato. Tassi negativi sulla liquidità dei clienti che è stato scoperto non sono remunerate da Intesa SanPaolo!