Non sono poche le persone coinvolte nella nuova truffa telefonica che ha puntato ai numeri dei clienti con SIM rilasciata da Vodafone, TIM e WindTre. In minima parte sono rientrati nel giro anche gli appartenenti al circuito telefonico Fastweb Mobile che, insieme ai precedenti, hanno condiviso il fatto di perdere tutti i soldi accreditati al proprio numero.
Si scopre che il raggiro è stato organizzato a tavolino dai gestori con la scusa di fornire un maggior numero di servizi che puntino ad incrementare l’usabilità dell’utenza telefonica. Si entra nel cosiddetto contesto dei VAS, componenti di servizio aggiuntive che propongono in sordina l’attivazione dei profili: giochi, oroscopo, meteo, suonerie, musica ed altri software.
Allo stesso tempo i clienti che sono stati soggetti allo svuota – conto per la propria ricaricabile possono contestare lo stato di attivazione e prelievo rinunciando alla richiesta precedentemente inoltrata. Come risultato si ottiene la disattivazione di tutti i servizi nonché la possibilità di procedere al rimborso di quanto precedentemente speso. Il tutto secondo le regole e le modalità previste da AGCOM.
Come disattivare i servizi a pagamento: addio truffa
La presenza di un profilo attivo per i servizi a valore aggiunto causa un ammanco di denaro importante dal nostro personale profilo ricaricabile della SIM. Molti vogliono dare un taglio agli addebiti e per questo si affidano al numero verde gratuito 800 442299 istituito appositamente dal Garante. In alternativa si può utilizzare il servizio SMS 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Il rimborso si ottiene per richieste inoltrate entro 6 ore dall’ultimo prelievo.
Il riferimento al nuovo Codice di Condotta per detti servizi è stato definito da AGCOM in collaborazione con AssoCSP. Il consumatore viene così tutelato contro la truffa che incombe in sordina.
Il sistema blocca il pagamento per sempre garantendo un utilizzo senza preoccupazione dei telefoni. Ciò a cui dobbiamo prestare attenzione sono i banner pubblicitari, attraverso i quali si presta (spesso involontariamente) il consenso all’uso delle piattaforme.