Nuovi dati sono disponibili sulla permanenza del virus, anche ad una certa distanza da chi ne fosse portatore. Si pensava inizialmente che la persistenza del Coronavirus fosse di soli pochi minuti nell’aria, ma gli ultimi studi stanno ribaltando questa convinzione, rendendo sempre più chiaro che in realtà questo dato è di molto superiore.
A darne annuncio, gli scienziati del laboratorio di virologia del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, ossia l’Istituto Nazionale americano per le malattie infettive. Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha portato alla luce un dato spaventoso che descriverebbe come possibile la permanenza del virus nell’aerosol (o più semplicemente la comune miscela non omogenea di aria che respiriamo) ricreato in laboratorio fino a 3 ore.
La prudenza non è mai troppa, ma questa nuova stima deve far riflettere sui comportamenti quotidiani più comuni, in particolare quelli che si espletano negli spazi chiusi.
Secondo gli studi, pur dimezzandosi quantitativamente nel giro di un’ora, il virus può restare nell’aria fino a 3 ore, il che porta a riconsiderare alcune norme di sicurezza adottate, ad esempio, negli ascensori, nei mezzi pubblici, o anche in una stanza in cui abbia sostato una persona infetta.
Negli ascensori, ad esempio, bisognerebbe entrare uno per volta, se strettamente necessario. Meglio ancora non prenderlo affatto, se possibile. Nei mezzi pubblici o nei luoghi affollati, invece, potrebbe aver senso utilizzare la mascherina, come spiega Carlo Signorelli, professore di Igiene presso il San Raffaele di Milano.