La possibilità che il Governo adoperi un’applicazione per tracciare gli smartphone è ben lontana dall’incertezza e molto più vicina ad una possibile soluzione contro il coronavirus. A seguito di dibattiti nati sull’importanza di tutelare la privacy degli utenti e la possibilità di riverberi negativi sull’incolumità dei cittadini, un’equipe composta da medici, avvocati e software house è attualmente all’opera per creare quella che potrebbe diventare l’arma numero uno contro il nemico invisibile.
Adottata analogamente in Sud Corea, ad esempio, la tecnologia sopracitata ha permesso di agire tempestivamente contro il contagio di nuove persone. Sebbene, al momento, i dati sui contagi sembrino essere in regressione nel nostro Paese, non ci si deve dimenticare che una volta raggiunto il numero 0 non si sarà immuni, ammesso l’arrivo di farmaci o vaccini dedicati al Covid-19. Proprio per tale motivo, immaginare di arginare il contagio con mezzi potenziali come quello sopracitato potrebbe essere una soluzione ideale.
Smartphone tracciati: la privacy degli utenti verrà messa a rischio pur di prevenire il contagio da Coronavirus?
Per comprendere meglio come l’applicazione funziona, Luca Foresti che è un fisico e nonché AD dei poliambulatori specialistici del Centro Medico Santagostino ha confidato all’ANSA che: ”le persone che scaricano e installano l’app sul cellulare diventano un nodo di raccolta di dati georeferenziata che aiuta tutti ma aiuta anche il singolo individuo ad avere informazioni puntuali su se stesso. Più persone ce l’avranno più l’app avrà un ruolo pubblico che farà capire tante cose”.
Davanti a tale informazione, in ogni caso, non bisogna nutrire alcuna paura poichè lo stesso Foresti ha altresì affermato che i dati personali degli utenti non verranno rivelati ma saranno utili per capire se si bisognerà essere isolati così da non provocare una diffusione di un potenziale contagio.