Gli scienziati hanno sviluppato un sistema di intelligenza artificiale in grado di tradurre i pensieri in parole analizzando l’attività cerebrale. I ricercatori hanno sviluppato questo sistema per decifrare fino a 250 parole in tempo reale, in media 30-50 frasi.
L’algoritmo è stato testato utilizzando i segnali neurali di quattro donne con elettrodi impiantati nel cervello, già presenti per il monitoraggio delle crisi epilettiche. I volontari hanno ripetutamente letto frasi ad alta voce. Nel frattempo i ricercatori hanno fornito i dati dal cervello all’intelligenza artificiale per deselezionare schemi che potrebbero essere associati a singole parole. Il tasso di errore medio delle parole in un set ripetuto di frasi è stato pari al 3%.
“A distanza di un decennio da quando un discorso è stato decodificato per la prima volta partendo dai segnali del cervello umano, l’accuratezza e la velocità rimangono molto al di sotto di quelle del discorso naturale“, afferma un report pubblicato questa settimana sulla rivista Nature Neuroscience. “Prendendo spunto dai recenti progressi nella traduzione automatica, abbiamo formato una rete neurale ricorrente per codificare ogni sequenza di attività neuronali in una rappresentazione astratta. Quindi per decodificare questa rappresentazione, parola per parola, in una frase.”
Una nuova tipologia di trapianto al cervello permetterà di intercettare e trasformare i nostri pensieri in parole
Il decodificatore si basa sull’apprendimento della struttura di una frase e sul suo utilizzo per migliorare le sue previsioni. Ciò significa che ogni nuova parola aumenta il numero di frasi possibili, riducendo quindi l’accuratezza complessiva. Una possibilità potrebbe essere quella di combinarlo con altre tecnologie di interfaccia cervello-computer che utilizzano diversi tipi di impianti e algoritmi. L’anno scorso, un rapporto della Royal Society affermava che le interfacce neurali che collegano i cervelli umani ai computer consentiranno la vera e propria lettura della mente tra le persone.
Il report cita le tecnologie attualmente in fase di sviluppo dalla startup Neuralink di Elon Musk e Facebook, che descrivono la telepatia del cyborg come la prossima grande ondata nel computing orientato all’uomo. La Royal Society ha stimato che tali interfacce saranno un’opzione per il trattamento di malattie come l’Alzheimer entro due decenni. “Le persone potrebbero diventare telepatiche in una certa misura, in grado di conversare non solo senza parlare ma senza parole”, affermano i ricercatori. Ci saranno anche applicazioni futuristiche che permetteranno di assaggiare e annusare virtualmente senza provare fisicamente la sensazione.