Da alcune valutazioni è emerso il confronto diretto tra la nuova applicazione promossa niente meno che da Edward Snowden e quelle che egli stesso ha contestato. WhatsApp e Telegram rischiano di inabissarsi di fronte alle potenzialità del concorrente. Ecco come stanno le cose.
Ha introdotto la crittografia dei messaggi dopo il caso Cambridge Analityca. Rappresenta il leader del mercato per oltre 1,5 miliardi di utenti che ora possono scambiare informazioni in sicurezza. Il timore è dovuto al fatto che dietro i server si trovi Facebook, certamente non un campione in tema privacy. Non è open source ed è abbastanza lampante il fatto che questi conservi messaggi e metadati degli utenti.
Con Telegram, invece, si offre la semplicità più assoluta ed una buona dose di riservatezza sull’uso dei dati. I messaggi possono sparire grazie ad un timer ed è ghiotta la possibilità di intrattenere chat segrete.
Consente la modifica dei testi e l’eliminazione dei messaggi anche ad anni di distanza (sia per noi che per i contatti esterni in chat e gruppi). Non serve comunicare il proprio numero ed offre la condivisione di file pesanti.I punti deboli sono le chat standard (non cifrate) e la base di utenti più ristretta anche se in continua crescita. Il software, tra l’altro, è in parte proprietario e non basato su codice aperto.
Questa nuova app potrebbe essere la soluzione ad alcuni importanti problemi. A suo favore si segnala la presenza di una piattaforma completamente open-source che garantisce audio e video chiamate cifrate con messaggi a scomparsa e server che NON conservano metadati o messaggi. Al momento è poco utilizzata ed in molti notano una perdita di segnale nell’uso delle componenti audio e video in diretta.
Alla luce del riscontro sull’analisi delle piattaforma non possiamo fare altro che consigliare Signal per la straordinaria capacità di mantenere al sicuro i nostri dati in un ambiente software trasparente che tutela i suoi utenti garantendo al contempo l’uso di funzioni divenute ormai di uso comune.