La crisi sanitaria che sta coinvolgendo l’Italia e non solo sta iniziando a far risentire i suoi risvolti anche sui mercati, in particolar modo su quello del carburante che è strettamente collegato al petrolio; da diverse settimane ormai il prezzo di quello definito come l’oro nero è colato a picco facendo arrivare il costo di un singolo barile al di sotto dei trenta dollari e facendo precipitare l’economia in quella che sembra una preannunciata crisi. Come annunciato, dunque, anche i prezzi esposti alle pompe per il carburante suggeriscono quanto detto sopra sebbene, in Italia, non vi siano state variazioni di prezzo così drastiche.
Capire come mai il valore della benzina e del diesel non sia stato intaccato così fortemente in Italia è molto semplice: la soluzione, infatti, è fornita dalla composizione del prezzo finale per litro. Esaminando quest’ultima si può scoprire che esso è solo in piccola parte influenzato dai costi commerciali mentre, d’altra parte, altamente assoggettato dai costi finanziari (IVA e Accise).
Davanti a tale situazione, dunque, si può comprendere facilmente che neanche un vero e proprio crollo del mercato porterebbe a quel drastico risvolto auspicato da molti automobilisti.
In ogni caso, grazie ai dati forniti dall’Osservatorio del MiSE sappiamo che l’attuale prezzo del carburante si fraziona in:
NB: dati rilevati in data 29 marzo 2020.