Da questa esperienza di quarantena per effetto del Coronavirus impareremo certamente una cosa: mai fidarsi di chi o con cosa veniamo in contatto, soprattutto se si tratta di dare una sferzata all’uso delle banconote in favore dei pagamenti digitali. Questo lo diciamo perché anche la stessa OMS dichiarò agli inizi di marzo che “il denaro può catturare ogni tipo di batterio o di virus, per questo suggeriamo alle persone di lavarsi le mani dopo aver maneggiato i soldi.”
In seconda battuta, però, si sta aprendo un dibattito sull’eventuale riduzione a zero del contante, poiché l’accesso agli strumenti di pagamento digitali non è semplice per gli anziani, e discrimina chi non ha accesso alla tecnologia necessaria. Ma se banconote e monete vengono indicate come veicoli di trasmissione del virus, in realtà ci sono rischi di uguale gravità quando si usa la tastiera di un bancomat.
Bancomat e banconote: ecco come possono trasmettere i Virus
La paura del contagio attraverso la carta moneta si è così radicata nella popolazione mondiale che in alcuni casi le banche si stanno impegnando a sterilizzare le banconote. Altre invece puntano decisamente ad incoraggiare i pagamenti contactless, ma se accadesse sarebbe di certo una bella inversione di tendenza rispetto al passato.
Infatti, nelle crisi avvenute negli ultimi decenni, i consumatori hanno sempre individuato nel denaro contante un bene rifugio e un mezzo di scambio affidabile. Ora invece sembra accadere il contrario, e questo di certo è influenzato dalla fobia di dover toccare il denaro anziché pagare contactless.
Nel medio termine è prevedibile un uso più cauto dei contanti, e anche chi non ha un conto corrente o non riesce a maneggiare queste tecnologie digitali dovrà allinearsi al trend europeo. A patto però che le banche facciano un accurato lavoro di usability sulle interfacce di pagamento e rendano a prova di hacker le transazioni.