Che il Coronavirus stia mietendo vittime a livello mondiale è un fatto innegabile che purtroppo accuseremo ancora per qualche mese, ma che alcuni stia cavalcando la diffusione dell’epidemia per incolpare di tutto la rete 5G non ha senso. Già in passato si erano segnalati episodi di complottismo e controinformazione sulla connessione di quinta generazione, ma purtroppo la paura di ciò che non si conosce sul 5G, unito alle morti da Covid-19, non aiuta.
Ci sono titoli di giornali che accusano il 5G perché nell’area di prima diffusione del Covid-19 a Wuhan c’era un’alta concentrazione di antenne di quel tipo, ma se queste notizie hanno un minimo di seguito è dovuto al fatto che anche la comunità scientifica continua a dividersi tra moratorie alla sperimentazione e chi predica la calma.
Più volte sono stai citati gli studi contro il 5G editi dall’ente governativo USA National Toxicology Program e dall’Istituto Ramazzini di Bologna. Sebbene tali hanno svolto delle corrette analisi sulla correlazione tra radiazioni elettromagnetiche e aumento dei tumori sul 4G, queste ricerche non si possono applicare al 5G perché si parla di una tecnologia diversa.
5G e Coronavirus: nessuna correlazione, notizie infondate
La rete di quinta generazione necessiterà di molta attenzione e avrà bisogno di nuove regole, controlli e studi per affossare le vecchie psicosi sulle reti killer e far parlare i fatti. Nel frattempo a sedare i facinorosi ci potrebbe pensare Samuela Persia, massima esperta in microelettronica e telecomunicazioni della Fondazione Ugo Bordoni. La ricercatrice ha affermato che:“l’architettura della nuova rete 5G si prospetta caratterizzata da una densificazione di impianti a diverse frequenze per rispondere alle varie esigenze di connettività e capacità dettate da singoli servizi. Va precisato che questo scenario, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non comporterà un aumento di emissioni elettromagnetiche, anzi al contrario, una proliferazione di impianti vorrà dire un’emissione più bassa da parte di ciascuna antenna per coprire la medesima area.”
A questo va unito il nuovo approccio delle onde MIMO, caratterizzate non più da una emissione costante di potenza in tutte le direzioni ma da una emissione modulata in base al numero di utenze da servire. Inoltre bisogna specificare che il 5G non sarà appannaggio delle sole reti mobili, quanto piuttosto i massimi fruitori saranno le fabbriche, così che il motore dell’economia italiana possa realizzare tutti i progetti che l’Industria 4.0 si è prefissata.