La nuova connessione 5G sbarcherà a breve anche nelle vite degli utenti privati, nei prossimi mesi. Dopo l’attivazione per aziende ed entità industriali, ad inizio 2020 gli operatori accenderanno le antenne anche per tutti gli utenti che vogliano fruire delle potenzialità della nuova rete.
Ma cosa ha a che fare il 5G con il passaggio dal vecchio digitale al nuovo standard DVB T2?
In realtà, le due cose sono molto più correlate di quanto non si pensi. Per lasciare spazio al 5G, infatti, molti servizi hanno dovuto letteralmente migrare su altre frequenze. In particolare il digitale terrestre, ossia il DVB T, dovrà trasferirsi sulla nuova banda da 700 MHz messa a disposizione per la trasmissione. Così facendo, si darà disponibilità delle frequenze precedentemente occupate, per poter trasmettere il segnale 5G.
Il passaggio al nuovo standard è dunque strettamente legato alla rivoluzione tecnologica in corso. Inoltre, transitando verso nuove bande, si offrirà agli spettatori un servizio qualitativamente superiore, consentendo così di aumentare il bitrate.
Passaggio al DVB T2: quanto costerà agli italiani?
Purtroppo, questo trasferimento non sarà privo di conseguenze. Entro il 1° luglio 2022, infatti, tutti i canali dovranno dimostrare di essersi sistemati sulle nuove frequenze. In quel momento, infatti, avverrà lo switch off del vecchio segnale.
Chiunque non si sarà attrezzato fino ad allora, a partire da quel momento non potrà più fruire della visione dei canali del digitale. Questo comporterà, per moltissime famiglie, un totale cambiamento nelle apparecchiature per la codifica del segnale, ossia TV e decoder.
Chi avesse acquistato una nuova TV a partire dal primo gennaio 2017, dovrebbe invece stare più sereno, dal momento che per legge a decorrere da quella data i rivenditori sono stati obbligati ad esporre esclusivamente prodotti compatibili con il DVB T2.