Se ne parlava da settimane, e ora finalmente si sta mettendo in moto concretamente il piano per avviare il tracciamento degli utenti al fine di frenare la diffusione del Covid-19.
L’iniziativa è stata dunque trasferita nel pratico, e ben 130 scienziati ed esperti da 8 nazioni europee si sono riuniti in un enorme comitato per poter sostenere l’uso del data tracing per combattere la pandemia. Proprio dal coinvolgimento nelle misure di tutti gli Stati europei deriva il nome dell’iniziativa la cui sigla corrisponde a PEPP-PT, un acronimo stante per Pan-European Privacy Preserving Proximity Tracing.
Lo sviluppo e l’applicazione di strumenti digitali seguiranno inoltre le normative del Gdpr – punto che fino ad ora, prima del suo chiarimento, ha rappresentato un notevole punto di divergenza fra le posizioni di numerosi esperti.
L’Europa si attiva per il data tracing: ecco come si combatterà il coronavirus con gli strumenti digitali
Le app finora proposte funzioneranno tramite il bluetooth installato sui telefoni. Laddove due smartphone con l’app installata dovessero ritrovarsi vicini, questo movimento sarebbe registrato, in modo tale da ricostruire più rapidamente la catena di contatti qualora uno dei due dovesse risultare positivo al Coronavirus.
L’obiettivo del PEPP-PT sarebbe di lanciare la piattaforma intorno al prossimo 7 aprile, in maniera tale da localizzare e tracciare in modo più accurato le eventuali persone a rischio.
La Stampa riporta le dichiarazioni di Hans-Christian Boos, scelto come consulente tedesco per il digitale nell’ambito di questo progetto, che riferisce: “La piattaforma PEPP-PT che può essere utilizzata da altri, oltre ai fondatori, permette un approccio al tracciamento digitale di prossimità anonimo e rispettoso della privacy, è in piena conformità con il GDPR e utilizzabile anche quando si viaggia da un Paese all’altro“.