A svariati anni dal terribile incidente che sconvolse l’Europa, Chernobyl torna a far parlare di se. Lo scorso weekend infatti un terribile incendio è divampato nei boschi all’interno della zona di esclusione. Un episodio simile, anch’esso di probabile origine dolosa, colpì la cittadina Ucraina già nel 2018 senza però alcun tipo di ripercussione evidente sulla salute della popolazione.
A differenza della scorsa volta, in questa occasione si sono effettivamente registrati aumenti della radioattività che stanno allarmando le autorità competenti.
A dare l’allarme sull’aumento della radioattività è stata la società Firsov che accompagnato le sue dichiarazioni con un video. Questo mostrerebbe un misuratore Geiger con valori di ben 16 volte superiori alla soglia di sicurezza. Sembra quindi chiaro che la causa scatenante sia stata l’incendio di sabato scorso.
Le fiamme hanno colpito un’area di circa 20 ettari
all’interno della zona di esclusione, attaccando un terreno adiacente al luogo del terribile incidente. Inizialmente i vari servizi di emergenza non avevano lanciato alcun tipo di allarme, nonostante la difficoltà nel domare la situazione venutasi a creare.Le aree limitrofe alla vecchia centrale nucleare sono state attualmente messe in sicurezza, anche se non sono densamente popolate ormai da diversi anni. Dopo il disastro del 26 aprile 1986 infatti una superficie superiore ai 2000 chilometri quadrati è rimasta pressoché inabitata a causa dei livelli di radiazione fuori dalla norma.
Per gestire l’incendio sono accorsi sul posto 130 vigili del fuoco, due aerei e un elicottero. La situazione sembrerebbe attualmente sotto controllo, anche se l’accaduto ha riacceso l’incubo di tre quarti d’Europa. Quella notte cambio infatti le sorti dello stabilimento di Chernobyl, che chiuse i battenti definitivamente nel 2000.