Il termine Golden Power diventò famoso in Italia quando il Governo Gentiloni lo esercitò per fermare la scalata di Vivendi all’acquisto di TIM nel 2017, mentre due anni dopo durante il primo premier Giuseppe Conte lo estese alla tecnologia cinese sul fronte del 5G.
In origine il D.L. 21/2012 sul Golden Power “definisce infatti l’ambito oggettivo e soggettivo, la tipologia, le condizioni e le procedure di esercizio da parte dello Stato dei cosiddetti “poteri speciali”, attinenti alla governance di società operanti nei settori della difesa e della sicurezza nazionale ovvero in settori considerati comunque strategici.”
Golden Power: ecco come funziona il meccanismo Salva Italia
La Commissione europea ha ribadito che l’esercizio di tali prerogative deve sempre avvenire in maniera imparziale, obiettiva e tramite criteri resi pubblico e deve al contempo essere giustificato da motivazioni di interesse generale. In linea di massima, i settori interessati sono i seguenti:
- Difesa
- Energia
- Trasporti
- Comunicazioni
Ad ogni modo l’esecutivo può esercitare tale potere di veto su tutte quelle società italiane che svolgono attività considerate di rilevanza strategica. Inoltre, l’approvazione del cosiddetto Decreto Liquidità conferisce ancora più poteri a questo strumento di governo per fornire sostegno alle imprese travolte dal Coronavirus. Nel testo infatti sono stati estesi i settori considerati strategici con l’aggiunta del: alimentare; assicurativo; sanitario e il settore finanziario.
L’obiettivo è sempre lo stesso: evitare che società o capitali esteri possano scalare le aziende italiane per rubare a prezzi di saldo importanti fette del nostro tessuto economico.