Negli scorsi giorni Amazon potrebbe avere fatto uno scivolone d’immagine enorme. La compagnia ha licenziato due impiegati di uno dei magazzini di Seattle. L’apparentemente motivazione dietro questi due licenziamenti riguarda la situazione legata all’emergenza Covid-19. I due hanno apertamente criticato la società per come stava gestendo la sicurezza all’interno del luoghi di lavoro.
Le critiche sono state mosse tramite Twitter e la risposta di Amazon è stato il licenziamento dei due e l’allontanamento di un terzo che aveva inviato altri dipendenti a unirsi a una riunione virtuale sull’argomento sicurezza. Non è la prima volta che il colosso viene criticato per come sta gestendo il discorso sicurezza in un momento così difficile.
Amazon e la sicurezza del lavoro
Con oltre metà del mondo in quarantena, il numero di ordini sulla piattaforma è aumentato a dismisura tanto che Amazon ha iniziato ad assumere 175.000 nuovi dipendenti sparsi un po’ tra tutti i siti a sua disposizione. Nonostante questo sforzo, chi lavora nei magazzini afferma di non aver mai ricevuto abbastanza dispositivi di protezione. Anche a livello comunicativo c’è un sistema che fa acqua da tutte le parti.
Si trattai dei primi licenziamenti legati al motivo coronavirus, ma in passato sono stati cacciati altri dipendenti per motivazioni particolari come l’accusa di non rispettare abbastanza l’ambiente. C’è da specificare che si tratta di casi tutti accaduti negli Stati Uniti dove le leggi in materia sono diverse dalle nostre. Inoltre, una delle politiche di Amazon obbliga i dipendenti a passare tramite un’approvazione esecutiva prima di commentare pubblicamente la propria attività.