I quiz sul Coronavirus potrebbero essere usati per rubare informazioni personali a coloro che decidono di aderire a tali iniziative fornendo i propri dati, stando a quanto detto da alcuni esperti.
I questionari vengono condivisi online e sembrano verificare se gli utenti conoscono la diffusione della pandemia. In realtà il vero intento è raccogliere informazioni personali che potrebbero essere utilizzate per attività fraudolente, secondo il Chartered Trading Standards Institute. I quiz chiedono dettagli come il nome, lo status sociale, informazioni sulla famiglia, animali domestici e dettagli di contatto. Inclusi anche indirizzi e-mail e numeri di telefono. Tutti questi dati hanno un aspetto in comune: sono spesso coinvolti in frodi finanziarie e furto di identità.
Il pubblico in generale dovrebbe diffidare dai quiz online, in particolare quelli incentrati sulla pandemia del Covid-19, ha dichiarato Katherine Hart, responsabile del CTSI. “Molti di loro pongono domande personali che all’inizio possono sembrare innocue, come i nomi degli animali domestici; tuttavia, i truffatori possono raccogliere questi dati per creare un profilo completo del bersaglio”. Le domande di sicurezza relative a conti bancari e password online in genere incorporano questo tipo di informazioni.
Quiz sul Coronavirus sono pericolosi: a rischio tutti i nostri dati personali
“Il consiglio è: pensa a cosa stai mettendo online e chi potrebbe potenzialmente vedere queste informazioni. Con il passare del tempo le informazioni si sommano. Potresti scoprire di aver messo molte più informazioni su di te online di quanto pensassi.” L’allarme su questi quiz arriva dopo una serie di truffe legate proprio alla pandemia, mentre i criminali cercano di capitalizzare le paure delle persone. Tra questi figurano buoni acquisto falsi per la spesa e multe/avvertimenti falsati.
“La pandemia ha portato a un’impennata di tutti i tipi di truffe, che vanno dallo sfruttamento dell’e-mail, al telefono e ai social media e tutti dovrebbero essere più cauti. Bisogna star attenti a ciò che si comunica online in questo momento senza precedenti”, ha aggiunto Leon Livermore, capo dirigente del CTSI.