In tempi di smart working dovuto alla pandemia da coronavirus che ha colpito il mondo, i servizi pensati a questo scopo hanno visto un ovvio aumento degli utilizzi. Uno dei più discussi è Zoom il quale oltre che a uno scoppio di utenti, ha visto anche un aumento di scandali; il più controverso è stato l’invio dei dati in Cina anche di utenti non cinesi.
L’ultimo inconveniente sorto riguarda la vendite di account rubati. Apparentemente, secondo i dati di BleepingComputer, una società di intelligence sulla sicurezza, sono stati trovati 530.000 account rubati da hacker e messi in vendita successivamente sul dark web.
Sebbene sia facile attaccare la società dietro Zoom, in questo il caso è tutta opera di hacker che sono riusciti a ottenere i dati attraverso semplici di attacchi di riempimento
grazie a dati parziali rubati in precedenza. Una sistema di prova ed errori che ha portato a un bottino abbastanza cospicuo.
Gli hacker hanno avuto vita facile in questo. L’enorme mole di persone non esperte nell’uso di certi programmi, o nell’uso dei computer, avranno scelto password semplici e magari anche in comune con altri account. Questo avrà reso molto più semplice entrare in tutti questi account per rubarli e venderli a un prezzo esiguo.
In aggiunta, molti degli account rubati sono stati collegati a un passaggio su alcuni siti particolari che hanno, ulteriormente, reso più facile l’intromissione da parti dei malintenzionati. Allo stato attuale, sarebbe consigliabile aggiornare le proprie credenziali di Zoom e cambiare password, una cosa che andrebbe fatta a prescindere e periodicamente.