Il coronavirus non sembra essere più un problema per la Cina, anche se il paese deve stare attento a una possibile seconda ondata. Le grandi industrie hanno ripreso a funzionare, non a pieno regime, ma quasi. Detto questo, l’inconveniente è costato molti ritardi e alcuni di questi sono anche di lunga durata. Un esempio è la produzione di chip di TSMC, produzione fondamentale per i futuri iPhone di Apple.
Il colosso cinese ha dovuto cambiare la tabella di marcia in merito alla produzione dei chip con un nodo a 3 nm, il nodo di prossima generazione su cui dovrebbe essere fondati i processori top di gamma tra qualche anno. In sostanza, il tutto si paleserà quando ci sarà l’annuncio di quelli che potrebbero essere gli iPhone 16.
In sostanza, il ritardo a livello produttivo, e non di sviluppo visto che questa parte Apple se la fa in casa, costerà agli iPhone di futura generazione o un pesante posticipo, o tanta potenza. Per rispettare i piani, il colosso statunitense potrebbe dover sfruttare i chip della generazione precedente. Sicuramente un danno pesante a livello di concorrenza, ma neanche più di tanto visto che anche Samsung si trova nella stessa situazione.
I processori attuali considerabili top di gamma sfruttano un processo 7 nm. Quelli della prossima generazione invece passeranno all‘architettura a 5 nm. Per il passaggio a 3 nm era erano previsti 3 o 4 anni i quali, a questo punto, potrebbero diventare 4 o 5. Praticamente tutti i produttori di chip si ritrovano nella stessa situazione, chi più, chi meno.