Nel sottobosco del Dark Web si naviga senza lasciare tracce grazie all’uso di router e software che rendono anonima la connessione. Il nostro IP viaggia su reti sovrapposte ad Internet, rimbalzando tra più server posizionati ai quattro angoli del pianeta per renderlo irrintracciabile.
Dai dati diffusi sul web sembra che Tor sia il sistema più diffuso, grazie soprattutto alla frequentazione di utenti nei Paesi dove la libertà di espressione e l’accesso ai media è ristretto dal Governo. Ma purtroppo attraverso uno strumento legale si possono annidare ogni sorta di attività criminale, tanto che sul Dark Web circolano liberamente armi, droga, carte di credito, codici bancari, documenti falsi, pornografia, software di spionaggio e virus informatici. I dati scambiati vengono criptati e il black market opera con pagamenti non tracciabili che avvengono con moneta virtuale tra soggetti anonimi.
Dark Web: in Internet libertà è vendere droga, armi e passaporti falsi
Per smascherare un mercato illegale nel Dark Web serve alta competenza informatica, e quando questi requisiti coincidono allora possono essere smascherati mercati come il famoso Berlusconi Market, bloccato dalla procura di Brescia. In questo black market potevate a meno di 5 mila euro avere un passaporto per gli USA, mentre con meno denaro si potevano avere quelli italiani, tedesco, olandese o francese.
In materia di armi, il mitico AK-47 diventa vostro per 700 euro, ma erano disponibili anche pistole e fucili di vario tipo e bombe a mano. Tra le droghe quella più richiesta era la metanfetamina, seguita da Cannabis, MDMA e Cocaina. Gli acquirenti provenivano in gran parte da Olanda e Germania.
Potremmo dire che l’operazione italiana sul Berlusconi Market è stato un successo unico nel suo genere, poiché a livello internazionale i mercati neri sul Dark Web sono numerosissimi. Purtroppo le chiusure ad opera delle forze dell’ordine di questi siti si contano sulle dita di una mano, per un mare come il Dark Web ancora troppo vasto da contenere.