Ne abbiamo parlato forse troppo presto ricevendo insulti da moltissimi lettori, ma ad oggi lo spettro di un prelievo forzoso sul conto corrente non cessa di volteggiare intorno alle nostre teste. Per questo, l’Associazione dei consumatori ADUC ha messo insieme un po’ d’informazioni sull’argomento, partendo soprattutto dalle dichiarazioni a mezzo stampa di alcuni esponenti della classe politica italiana.
L’aspetto più evidente di queste dichiarazioni è che nessuno tra i politici ha osato mai usare il termine “patrimoniale“. Forse sarà perché in passato gli Italiani la subirono e sbandierarla oggi potrebbe rovesciare il consenso politico. Tuttavia siamo seri: il Governo ha sostenuto moltissime spese ed erogato altrettante coperture in favore delle famiglie in difficoltà, e non crederemo davvero che tali spese non verranno compensate da noi contribuenti?
Prelievo forzoso sul conto corrente: ma non chiamatela patrimoniale
Dunque, tornando al lavoro di ADUC, ecco le dichiarazioni dei politici sulla “patrimoniale che non si può nominare“, ma la sensazione che si sarà un prelievo forzoso sui conti correnti è forte.
Tempo fa il premier Giuseppe Conte interruppe le trattative con il Consiglio europeo sostenendo che l’Italia ce l’avrebbe fatta da sola, ma senza specificare come. Anche il segretario della Lega Matteo Salvini aveva ventilato un “chiederei agli italiani i soldi per ripartire” senza specificare le modalità.
Sulla stessa scia alcune voci del PD, mentre i parlamentari M5S sostengono senza mezzi termini che una tassa patrimoniale può essere evitata distraendo i fondi delle opere pubbliche come la Torino-Lione (alla fine sempre lì vanno a parare). Insomma questo Covid-19 ha generato un buco nel bilancio statale e in qualche modo andrà coperto.
Cosa rimane all’orizzonte, che si chiami come si debba oppure no? A voi lettori l’ardua sentenza in attesa di ulteriori sviluppi. Prestiamo però attenzione alle parole scelte dai politici, è un ottimo esercizio.