La famiglia, il lavoro, gli amici, i colleghi: al giorno d’oggi riusciamo a tenerci in contatto con tutte le persone della nostra vita grazie allo smartphone. Che si tratti di andare a prendere il proprio figlio da scuola, fissare l’orario di un meeting aziendale o condividere uno scatto rubato alla frenesia delle giornate sui social, il telefono risulta essenziale in qualsiasi momento.
E pertanto, deve anche essere carico.
Principalmente per questo motivo si è diffusa l’abitudine di caricare lo smartphone durante la notte, così da averlo pronto e scattante il giorno seguente, sin dal risveglio. Con la batteria completamente carica, inoltre, il nostro piccolo computerino potrà arrivare a fine giornata senza problemi, non compromettendo alcuna di queste comunicazioni con il passare delle ore.
Ma l’abitudine di collegare il dispositivo durante la notte per la ricarica è corretta o può avere dei risvolti negativi sul device stesso?
Negli ultimi anni, si è diffusa la paura che lasciare il telefono collegato alla presa di corrente per molte ore possa comprometterne l’efficienza, nonché la batteria. La spiegazione consisterebbe nella maggiore usura a cui il dispositivo sarebbe sottoposto in un ciclo di ricarica così prolungato.
In realtà, questa paura è vana, ed è un retaggio che ci si porta ancora dai tempi dei primi telefoni cellulari, quando questi si surriscaldavano se collegati troppo a lungo alla corrente.
Anche gli smartphone di fascia medio-bassa ormai montano un chip per la ricarica intelligente, che riduce notevolmente l’afflusso di elettricità al dispositivo superato il 100% di ricarica. Pertanto, non vi è alcun rischio per la batteria.
D’altronde, molti esperti continuano a consigliare di tenere il telefono lontano dal proprio letto durante le ore notturne: l’ideale sarebbe riporlo sulla scrivania prima di predisporsi al sonno e abbandonarsi tra le braccia di Morfeo.