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Vodafone Dreamlab: mentre dormi aiuti la ricerca contro il coronavirus

In questo periodo di quarantena torna d’attualità l’iniziativa di Vodafone Dreamlab che, insieme all’Imperial College di Londra, permette a tutti i possessori di smartphone di contribuire alla lotta al Coronavirus.

Scaricando infatti l’applicazione Vodafone DreamLab si mette in pratica il telefono a disposizione della ricerca, e più precisamente si sfrutta la potenza di calcolo del device mentre è inutilizzato, magari durante la notte (visto che tanto non lo spegniamo più!). La potenza di calcolo donata aiuterà i supercomputer degli scienziati dell’Imperial Collage nel trattamento del COVID-19.

 

Vodafone Dreamlab: mentre dormi aiuti la ricerca contro il coronavirus

In base ai calcoli dell’operatore in rosso, una rete di 100.000 smartphone interconnessi la notte può elaborare un task in un paio di mesi quando invece un supercomputer da solo ci impiegherebbe decenni. Gli utenti possono scegliere liberamente quanta potenza di calcolo donare alla ricerca e, se siete clienti Vodafone,

l’utilizzo dell’app non consuma le soglie dati del piano tariffario.  

Joakim Reiter, Trustee di Fondazione Vodafone e Direttore External Affairs dell’azienda, ha dichiarato:” siamo lieti di offrire la tecnologia DreamLab ai ricercatori dell’Imperial College per aiutarli nella lotta contro il Coronavirus. La premiata app DreamLab della Fondazione Vodafone ha già supportato scoperte sul cancro grazie alla partecipazione dei nostri clienti e vogliamo fare la nostra parte anche in questa battaglia contro il COVID-19”.

A queste dichiarazioni fa eco il dottor Kirill Veselkov del Reparto Chirurgia e Cancro dell’Imperial College London:abbiamo urgente bisogno di nuove cure per affrontare il COVID-19. Ci sono farmaci già in commercio che potrebbero funzionare per la cura ma abbiamo bisogno di eseguire analisi complesse, utilizzando l’intelligenza artificiale per scoprire quali molecole o combinazioni di molecole potrebbero essere in grado di distruggere il virus quando è nel corpo”.

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Pubblicato da
Flavio Mezzanotte
Tags: smartphone