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5G e rischio virus: la parola passa agli esperti di TIM, Vodafone e Iliad

Il timore circa il cosiddetto contagio 5G è stato più volte accreditato quale fake news da una giuria di esperti del settore ICT. La connessione di ultima generazione è ultimamente entrata al centro del dibattito dopo i tafferugli e le azioni sovversive degli incauti manifestanti del Regno Unito.

La linea ultra veloce è già realtà in Italia come in molti altri Paesi. Al di là della pura e semplice ignoranza si scoprono quelli che sono i fatti reali conferiti da una nuova analisi medico – scientifica che smentisce a pieno carico tutte le contrastanti divulgazioni soggettive di pochi cinici.

La trattazione dell’argomento è demandata al parere degli autorevoli esperti che enunciano a chiare lettere il nuovo livello di integrazione della rete e l’assenza di reali pericoli. Vediamo che cosa si è diffuso al riguardo.

 

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Ormai è inevitabile parlare del 5G in Italia, dove operatori come TIM e Vodafone hanno già implementato le proprie infrastrutture e palesato le prime offerte. I costruttori di telefonia mobile hanno iniziato anche ad implementare le nuove tecnologie di modulazione e demodulazione del segnale a bordo dei propri dispositivi. Società come Xiaomi, Samsung, Huawei e Qualcomm sono in simbiosi sull’argomento e rilasciano nuovi dispositivi compatibili. Il progresso evolutivo della rete non si può evitare.

In questo clima di cambiamento vi sono delle componenti trasparenti agli occhi degli utenti. Tra queste sicuramente il tema delle radiazioni 5G, entro cui si è discusso in merito ai rischi per la possibile azione cancerogena delle onde elettromagnetiche. A sorpresa si scopre che l’adozione di componenti in frequenza prossime alle microonde non nuoce alla salute più di quanto già non faccia la rete 4G.

Nello specifico si fa espresso riferimento alle onde ad alta frequenza sulle bande 700 MHz (ancora in uso per il DVB TV), 3.6 GHz e 25 GHz (mm Wave, onde millimetriche). Le caratteristiche di tali portanti garantiscono latenze bassissime e picchi di trasmissione che rientrano nel contesto delle connessioni Ultra- Gigabit.

Prendendo in considerazione le valutazioni precedenti si è stati spinti a credere l’insorgere di patologie causa esposizione ad onde su tali frequenze. Ma non c’è una correlazione tecnico – scientifica al riguardo dopo la classificazione AIRC basata sui numerosi studi avviati fin dal 2011. Esiste una correlazione ma non è tale da pregiudicare lo stato di salute degli utilizzatori a lungo termine. Anzi, si dice di più.

Secondo recenti studi pare che il rischio 5G correlato desti minore preoccupazione rispetto all’attuale 4G in quanto in termini di valori SAR si rientra in un contesto di sicurezza proprio in luogo delle caratteristiche intrinseche delle onde utilizzate per la trasmissione e la veicolazione del segnale di rete.

Eventualmente sarà il tempo a chiarificare la situazione ma per il momento non è proprio il caso di schierarsi dalla parte di chi agisce sulla base di presupposti campati per aria e documentazioni che inneggiano alle bufale sulla base di presupposti tecnici volutamente alterati o basati sull’ignoranza.

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Pubblicato da
Domenico
Tags: 5G